A Santa Maria Capua Vetere c’è stata ‘violenza a freddo’ (così Cartabia)

"E' una ferita e umiliazione per tutti anche per gli agenti"

LUG 21, 2021 -

Carceri Roma, 21 lug. (askanews) – “Non c’è stata una reazione necessitata da una situazione di rivolta ma era un ‘violenza a freddo'”. La ministra della Giustizia Marta Cartabia nell’informativa urgente del governo sui fatti avvenuti nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere cita quanto emerso dagli atti giudiziari dell’inchiesta sui fatti avvenuti il 6 aprile 2020 nel carcere campano. “A quanto emerge dagli atti – prosegue la ministra – la perquisizione è stata disposta a l di fuori dei casi consentiti dalla legge senza le autorizzazioni del direttore del carcere e secondo il giudice ci sarebbe stato un provvedimento dispositivo orale emanato a scopo preventivo”. Quella perquisizione – ha continuato Cartabia nella ricostruzione dei fatti – non aveva intenzione di ricercare oggetti non detenibili e utilizzabili per violenze contro gli agenti penitenziari ma “era una mera copertura fittizia per la consumazione di codotte violente”. “Tra le tante violenze – prosegue il Gardasigilli nella sua inforativa – io non posso dimenticare un detenuto costretto in ginocchio per colpirlo e un altro su una carrozella colpito ripetutamente e tutto sotto l’occhio ben visibile della video camera che stava ripredendo”. Quanto è avvenuto il 6 aprile 2020 nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere “è una ferita e un umiliazione per tutti, anche per agli agenti”. Secondo Cartabia, il 6 aprile del 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere c’è stato un “uso smisurato e insensato della forza. Quando siamo arrivati a Santa Maria Capua Vetere, il presidente Draghi ha detto ‘questa è una sconfitta per tutti’: è così, al di là delle singole responsabilita penali, è qualcosa che ci interessa tutti”. Nes/Pie