Agroalimentare, da settembre al via formazione tecnici specializzati

Accordo tra aziende, sindacati e mondo istruzione: corsi da settembre

LUG 20, 2021 -

Agroalimentare Milano, 20 lug. (askanews) – Sindacati, aziende e mondo dell’istruzione uniti per un progetto di alta formazione qualificata che guarda al futuro dell’agroalimentare italiano. Per la prima volta infatti è stato sottoscritto un accordo tra Unione italiana food, AssoBirra, Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil, l’Università dell’Insubria e la Rete fondazioni Its Italia che prevede la realizzazione di corsi, a partire da settembre, per l’ingresso nel mondo del lavoro di tecnici altamente specializzati. Proprio per facilitare questo processo i corsi, biennali o modulari, si svolgeranno in azienda per il 30% della loro durata. L’agroalimentare italiano, come ha evidenziato una recente analisi realizzata da Randstad Research, oggi soffre di mancanza di personale tecnico specializzato, come tecnici dell’organizzazione e della gestione dei processi produttivi, meccanici e tecnici della produzione alimentare, specializzati nelle industrie pastaie, artigiani per i caseifici. Proprio per ovviare a questa carenza, l’industria alimentare ha innescato un processo di formazione, fondamentale per mantenere alta la competitività del settore che, secondo i dati relativi ai comparti di Unione Italiana Food, sull’innovazione investe circa un miliardo e mezzo di euro ogni anno. All’interno del progetto, saranno due i poli formativi: da un lato, la realizzazione di corsi e internship aziendali in collaborazione con la Rete Its con una formazione che spazia tra i diversi ambiti aziendali (tecniche di controllo qualità e valutazione ambientale, impianti e processi, certificazione nazionale e internazionale, filiere del made in Italy, legislazione alimentare nazionale, europea ed extra UE, logistica e marketing, economia e gestione aziendale). Dall’altro, l’Università dell’Insubria di Varese e Como, che ha messo a punto un percorso formativo per Risorse umane, Rappresentanza sindacale unitaria e Operatori sindacali, una vera novità in questo contesto: per la prima volta, infatti, le Risorse umane delle aziende alimentari e la Rsu sono coinvolti nello stesso percorso formativo che sviluppi relazioni industriali e sindacali equilibrate. Va ricordato che l’agroalimentare è il comparto che meglio ha resistito agli effetti economici della pandemia: nel primo trimestre 2020, a fronte di un crollo della produzione del manifatturiero (-11,7%), il comparto agroalimentare ha tenuto, crescendo dello 0,8% rispetto al primo trimestre del 2019 (Fonte: Inail). La voglia di cibo made in Italy cresce anche all’estero. Nel primo semestre 2020 le esportazioni dell’alimentare registrano una crescita del 3,5% su base annua, in controtendenza rispetto all’export complessivo del Paese (-15%). E non a caso, l’occupazione dell’industria alimentare è rimasta sostanzialmente stabile, con un lieve decremento nell’ultimo trimestre 2020 rispetto all’analogo periodo del 2019 (-0,4% contro il -1,9% del totale), stabilizzandosi sui 475mila occupati, pari all’1,9% del totale dei lavoratori. Le ore lavorate, invece, nell’ultimo trimestre del 2020 sono aumentate dello 0,9%, mentre nel complesso dell’industria e servizi sono diminuite del 7,5% nello stesso periodo. E durante i mesi di lockdown, sei aziende alimentari su 10 hanno previsto incentivi e riconoscimenti per il personale che ha incrementato le ore lavorate.