Salute, Costa: recuperare ritardi dopo covid. Spazio anche a privato

Contrapposizione pubblioco-privato ormai anacronistica

LUG 13, 2021 -

Salute Roma, 13 lug. (askanews) – Dopo la pandemia bisogna lavorare tutti per recuperare il tempo perso nella diagnosi e nella cura delle altre malattie che in questi mesi sono state lasciate indietro. E per questo bisogna anche fare spazio al privato, perchè “la contrapposizione pubblico-privato è ormai un dibattito anacronistico”. Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, intervenuto oggi alla conferenza “Sistema salute e patologie non Covid. Analisi, prospettive e scenari”, organizzata online da Formiche in collaborazione con Farmindustria, per la presentazione di una nuova ricerca Iqvia sull’impatto sulla salute dei cittadini e sull’organizzazione del sistema sanitario causati dalle misure e dalle restrizioni per il contenimento del virus, ha individuato le direttrici per raggiungere il risultato: “Dobbiamo agire almeno su tre fronti diversi per cercare di di recuperare e di evitare di perdere ulteriore tempo. Da un lato continuare a lavorare ogni giorno per evitare che i nostri ospedali tornino essere occupati da pazienti covid, con il piano vaccinale. Poi affrontare la questione delle liste d’attesa, tema per il quale era stato approvato un decreto nell’agosto del 2020 che stanziava oltre 470 milioni di euro che purtroppo sono stati spesi solo in parte, circa 170 milioni, perché da lì a poche settimane sono ripresi i contagi. In questo sarà importante coinvolgere il privato. Credo che anche la pandemia ci abbia insegnato che la contrapposizione pubblico-privato è un dibattito a mio avviso anacronistico: oggi abbiamo bisogno di una sanità dove anche il pubblico può collaborare col privato, insieme si possono condividere percorsi credo che l’obiettivo comune deve essere quello di dare avere una sanità efficiente è accessibile a tutti i cittadini”. “Poi – ha aggiunto Costa – c’è ovviamente il PNRR: ci sono risorse importanti, un percorso tracciato che però deve essere ancora declinato nelle misure e nelle azioni concrete. Si è parlato di digitalizzazione, di telemedicina, di potenziamento della medicina del territorio: io dico che nel nostro paese in tante realtà c’è già una rete straordinaria sul territorio e si tratta solamente di riuscire a metterla in comunicazione. Un aspetto che ha messo in evidenza la pandemia è stata la difficoltà ad esempio tra le regioni di condividere i dati. Questo è un tema del quale assolutamente al governo deve farsi carico. Che non vuol dire tornare a una sanità e statale ma significa che lo Stato deve tornare a dare le linee guida, a definire i contorni e gli obiettivi, lasciando alle regioni sul territorio la possibilità di mettere a terra l’iniziativa e ma il cittadino non deve più avcere risposte diverse e servizi diversi a seconda di dove vive. Dobbiamo sforzarci affinché siano garantiti i diritti indipendentemente da dove si risiede”.