Comitato “dopo di noi”: a Roma blocco totale. A rischio disabili

Fondi non ancora erogati da parte dell'Amministrazione comunale

GIU 23, 2021 -

Disabilità Roma, 23 giu. (askanews) – Un allarme vero e proprio quello lanciato sulla disabilità a Roma. Entro pochi mesi oltre 400 disabili (e le loro famiglie), già provati duramente dalla pandemia, rischiano di non potersi più avvalere del sostegno prezioso di Case famiglia o strutture di aiuto e ritrovarsi o nelle Rsa o a far ritorno nelle proprie abitazioni potendo contare solo sul sostegno di mamme e papà con un carico di anni in più e di forze che si affievoliscono. A lanciare questo, per ora, inascoltato grido di aiuto, sono le famiglie e i disabili riuniti nel Comitato Genitori “dopo di noi” che con la sua fondazione, ha già raccolto, in poco tempo, più di 1.500 adesioni. “Il problema sta esplodendo in tutta la sua drammaticità – dice ad Askanews il presidente del Comitato, Luciano Colletti – ed è sentito in tutta la città. Abbiamo attivato i nostri canali sia a livello dei Municipi che a livello Comunale fino alla sindaca Virginia Raggi, ma di risposte ne sono tornate solo due e mai nel merito, ma solo affermando genericamente di essere in attesa dello sblocco dei fondi che pure ci sono ma che non si sa dove sono finiti”. D. Ci spiega dove nasce il caso? COLLETTI – “A Roma, nella capitale d’Italia, risultano ancora bloccati dal 1° gennaio 2021 i fondi della legge 112 sul Dopo di noi assegnati ai beneficiari per l’anno in corso. Questo ha comportato che da inizio anno e da sei mesi, la continuità assistenziale è stata assicurata con ingenti sacrifici dalle famiglie e dagli organismi designati dagli stessi per prestare i servizi, come le Case famiglia. Con una Determina Dirigenziale del Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale (n.3798 del 3/12/2020) è stata stilata la graduatoria dei beneficiari dei fondi. Come precisato in una successiva Determina i fondi stanziati sono sufficienti a sostenere tutti i progetti di residenzialità o di avvicinamento ad essa presentati. Tuttavia questi fondi, evidenziati per ciascun beneficiario nella graduatoria definitiva pubblicata, non vengono ancora erogati per problematiche amministrative burocratiche”. D. Quali sono i costi che le famiglie stanno sostenendo? COLLETTI – “Si può andare da circa 800-900 euro al mese fino a oltre 3 mila euro per quelle famiglie che sono costrette ad affidare il proprio figlio o congiunto ad una Casa famiglia quasi full-time, vista la loro situazione. Stanno diventando costi insostenibili anche se si tiene conto che, molto probabilmente, le rette che queste strutture hanno per potersi mantenere potrebbero aumentare già dal mese prossimo per i costi di gestione lievitati a causa della pandemia. Si rischia che addirittura le Case famiglie, in attesa dello sblocco dei fondi ed il pagamento degli arretrati non siano più in grado di sostenere il servizio assicurato con la conclusione che queste persone tornino a casa, con genitori sempre più anziani, o transitino nelle Rsa. Ricordo che interrompere un cammino riabilitativo anche per pochi mesi per molte persone con disabilità, significa vanificare il lavoro fatto in anni ed il loro benessere”. Roma, 23 giu. (askanews) – D. Sembra che ci troviamo di fronte alla “classica” situazione di rimbalzo di responsabilità tra Amministrazione comunale e Municipi…. COLLETTI – “A noi familiari non interessa se questa situazione di stallo si sia determinata per responsabilità di Roma Capitale che, come dicono i Municipi, dovrebbe assumere una delibera consiliare, oppure ricada nelle responsabilità dei Municipi che hanno sottovalutato il problema ed hanno mancato in alcuni adempimenti. Riteniamo semplicemente che debbano essere le strutture pubbliche preposte a trovare una soluzione per fare in modo che i fondi stanziati vengano erogati senza ulteriore indugio e sin dal 1° gennaio 2021. E’ molto grave che ci sia uno scarico di responsabilità ed uno scarsissimo interesse nei confronti del ‘dopo di noi’ che dovrebbe essere attenzionato al massimo e ben curato dalle strutture pubbliche che hanno preso in carico la persona con disabilità. Ci chiediamo cosa sarebbe successo se, per tutti questi mesi dall’inizio dell’anno, non ci fossero stati i familiari e gli enti gestori a proseguire i servizi e ad assicurare la continuità assistenziale delle persone con disabilità”. D. Questo governo ha addirittura istituito un Ministero per le disabilità. Come vi spiegate queste situazioni? COLLETTI – “Posso risponderle a livello personale? Non credo a questi strumenti, come appunto un ministero senza portafoglio che dovrebbe poi affrontare un tema di ‘frontiera’ e con tante e difficili sfaccettature. Stiamo mappando la situazione a livello nazionale e già emerge, ad esempio, che al Nord la situazione è molto migliore anche perché gli enti locali, in molti casi, gestiscono direttamente le case famiglie e le strutture dedicate ai disabili. A Roma mi risulta che il Comune non ne abbia attivata alcuna e procede per convenzioni che, come si vede, neppure rispetta. Come familiari ci chiediamo che fine queste persone avrebbero fatto nel completo disinteresse e disimpegno dei Municipi, delle Asl e di Roma Capitale e che fine faranno dopo di noi? Da quanto siamo riusciti a sapere, ma mai con atti formali ma solo verbalmente, e già questo la dovrebbe dire lunga, i fondi ci sono ma non vengono stanziati. Il problema, allora, come si dice in questi casi è ‘politico’. Ci piacerebbe davvero capire come i nostri amministratori hanno ragionato e quali intenzioni hanno nel presente e in proiezione futura nei confronti della legge ‘dopo di noi’ a cui le famiglie guardano con grande speranza”.