Anziana morì in clinica a Roma, imputazione per medico e infermiere

Decisione del gip. Parte civile con l'avvocato Stefano Maccioni

GIU 18, 2021 -

Roma Roma, 18 giu. (askanews) – “Formulare entro 10 giorni da oggi il capo d’imputazione nei confronti degli indagati per l’accusa di omicidio colposo”. Così ha deciso il gip del tribunale di Roma, Annalisa Marzano, nell’ambito di una richiesta d’archiviazione della Procura capitolina in merito al caso della signora Clementina Arrigoni, deceduta il 12 dicembre 2016 a Villa Mendicini. Sotto accusa finiscono così una dottoressa ed un infermiere che erano in servizio quel giorno nella struttura residenziale terapeutico riabilitativa psichiatrica di via degli Olmi. La signora Clementina, che era stata ricoverata pochi giorni prima, il 7 dicembre, presentava un quadro di “ipertensione arteriosa, diabete mellito di tipo 2, insufficienza renale, anemia, broncopneumatologia cronica ostruttiva in soggetto tabagista”, ma al suo arrivo in clinica – secondo il legale del figlio della Arrigoni, l’avvocato Stefano Maccioni – la signora “andava studiata in modo approfondito nella fase di prericovero e durante lo stesso”. In passato era stato mandato a giudizio, per il reato di falso, il solo infermiere che è anche stato assolto in primo grado. Il pg Pietro Catalani ha impugnato quella decisione affermando che il sanitario in questione è un “dipendente privato di villa Mendicini” e “nel momento in cui redige la cartella clinica è sicuramente un incaricato di pubblico servizio di fatto, proprio per la rilevanza pubblica dell’attività svolta nell’elaborare un documento che deve essere assolutamente veritiero”. L’infermiere aveva ammesso di aver mentito rispetto al momento in cui scoprì il decesso della signora Arrigoni. Eppure nei suoi confronti le contestazioni erano cadute, anche perché il consulente medico legale della Procura aveva ritenuto che non fossero “ravvisabili elementi di censurabilità tecnica, sotto il profilo della responsabilità colposa”. Adesso la vicenda ricomincia con l’accusa di omicidio colposo per il medico che avrebbe dovuto valutare la signora Arrigoni, indicando terapie ed analisi da effettuare; e per l’infermiere che avrebbe dovuto assistere in modo corretto l’anziana, nella notte prima del suo decesso. L’avvocato Maccioni ha spiegato: “Sono 5 anni che ci battiamo per arrivare alla celebrazione di un processo ed oggi finalmente un giudice ha accolto la nostra richiesta. Il tempo ovviamente è il nostro più grande nemico, come lo è normalmente per le vittime di reato”, ha continuato il penalista.