“Ci sono segnali di aumento della variante Delta” (Gimbe)

Calano i nuovi casi ma non si ferma il crollo dei tamponi

GIU 17, 2021 -

La pandemia Roma, 17 giu. (askanews) – Si svuotano gli ospedali e le terapie intensive e scendono ancora i nuovi casi da Sars-Cov-2, ma non si ferma il crollo dei tamponi, mentre ci sono segnali di aumento della variante Delta: è in sintesi il quadro aggiornato dell’epidemia in Italia tracciato dalla Fondazione Gimbe. Il monitoraggio indipendente della Fondazione conferma, nella settimana 9-15 giugno, la riduzione di nuovi casi (-25,2%) e decessi (-12,4%) e, grazie alla vaccinazione di anziani e fragili, l’ulteriore decongestione degli ospedali: dal 6 aprile -89% dei posti letto occupati in area medica e -87% in terapia intensiva. In particolare, il monitoraggio rileva nella settimana 9-15 giugno 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (11.440 contro 15.288) e decessi (411 contro 469). In calo anche i casi attualmente positivi (105.906 contro 181.726), le persone in isolamento domiciliare (102.069 contro 176.353), i ricoveri con sintomi (3.333 contro 4.685) e le terapie intensive (504 contro 688). Ecco in dettaglio, le variazioni rispetto alla settimana precedente: 411 decessi (-12,4%), persone in terapia intensiva -184 (-26,7%), ricoverati con sintomi -1.352 (-28,9%), in isolamento domiciliare -74.284 (-42,1%), i nuovi casi sono 11.440 (-25,2%), i casi attualmente positivi sono -75.820 (-41,7%). “Da 13 settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – si registra una discesa dei nuovi casi settimanali. Se la costante riduzione del rapporto positivi/casi testati attesta una ridotta circolazione del virus, la progressiva diminuzione dell’attività di testing sottostima il numero dei nuovi casi e documenta la mancata ripresa del tracciamento dei contatti, fondamentale in questa fase della pandemia”. Nelle ultime 5 settimane, infatti, il numero di persone testate si è ridotto del 31,5%, scendendo da 3.247.816 a 2.223.782, con una media nazionale di 132 persone testate al giorno per 100.000 abitanti e rilevanti e ingiustificate differenze regionali. In tutte le Regioni si conferma il calo dei nuovi casi settimanali (l’incremento percentuale in Molise è irrilevante in valore assoluto). Inoltre, da 9 settimane sono in costante calo anche i decessi, che nell’ultima settimana si attestano in media a 59 al giorno. “La costante riduzione dei pazienti ospedalizzati – afferma Renata Gili, responsabile ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe – ha portato l’occupazione dei posti letto da parte dei pazienti Covid al 6% sia in area medica che in terapia intensiva, con tutte le Regioni ampiamente sotto le soglie di allerta”. In dettaglio, dal picco del 6 aprile i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 3.333 (-88,6%) e quelli in terapia intensiva da 3.743 a 504 (-86,5%). A seguito della rettifica della Regione Campania, poi, le persone in isolamento domiciliare dal picco del 28 marzo si sono ridotte da 540.855 a 102.069 (-81,1%). “Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – in calo da 10 settimane consecutive sono ora stabili con una media mobile a 7 giorni di 22 ingressi/die”. Ma nel quadro tracciato dalla Fondazione si rileva anche un segnale di attenzione, che riguarda la variante delta (o indiana). Secondo l’ultima indagine di prevalenza delle varianti pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità il 18 maggio, la variante delta (più contagiosa di circa il 60% rispetto alla variante inglese) è all’1% con differenze regionali e un range che va dallo 0 al 3,4%: in particolare, la diffusione maggiore si registra in Lazio (3,4%), Sardegna (2,9%) e Lombardia (2,5%). Tuttavia nell’ultima settimana la variante delta è stata isolata in due focolai a Milano e Brindisi, segno di una sua maggiore diffusione sul territorio nazionale che si rileva anche dal database internazionale Gisaid: rispetto ai sequenziamenti su campioni raccolti dal 19 maggio al 16 giugno, su 881 sequenze depositate 57 (6,5%) corrispondono alla variante delta. Rispetto all’efficacia dei vaccini – ricorda la Fondazione Gimbe – secondo i dati del Public Health England una singola dose di vaccino (Pfizer-BioNTech o AstraZeneca) ha un’efficacia solo del 33% nei confronti di questa variante, percentuale che dopo la seconda dose sale, rispettivamente, all’88% e al 60%. Inoltre, l’ultimo studio inglese (Public Health England) attesta che l’efficacia del ciclo completo nel prevenire le ospedalizzazioni è del 96% con il vaccino Pfizer-BioNTech e del 92% con quello AstraZeneca. Red/Gtu/Int9