Spedizione punitiva ad Ostia, 6 ordinanze in carcere

Accertamenti della Polizia del X distretto Lido

GIU 11, 2021 -

Criminalità Roma, 11 giu. (askanews) – Rapina in concorso, lesioni, sequestro di persona ed estorsione in danno di due stranieri residenti in Italia. Per queste accuse la Polizia ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 persone. Ad operare sono stati gli agenti del X distretto Lido, diretto da Antonino Mendolia, insieme ai colleghi dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e Reparto Prevenzione Crimine. Il provvedimento è stato deciso dal gip del tribunale di Roma. In una nota si spiega che la vicenda oggetto del procedimento ha avuto inizio con una rissa scoppiata per futili motivi al Centro Commerciale Eschilo, nella zona di Casal Palocco, tra il Lido di Ostia e la Capitale. Dopo l’episodio violento, uno degli indagati, aiutato da alcuni amici del tutto estranei alla rissa e tutti con precedenti di polizia, ha organizzato una spedizione punitiva nei confronti degli avversari, riuscendo a rintracciarne due. Prima si è presentato all’appuntamento uno dei due fuggitivi, attirato con l’inganno da un amico ‘infedele’ che, proponendogli un incontro, ha fatto arrivare, invece, il gruppo dei violenti. Poi la stessa vittima, sotto minaccia, ha tradito un altro ragazzo che era ricercato dal branco. Ed alla fine pure quello è stato consegnato al gruppo mediante un ingannevole appuntamento telefonico. Il giovane, riconosciuto dall’organizzatore della spedizione punitiva, è stato picchiato con una mazza ferrata e derubato di quello che aveva. Quindi, sempre con violenza, è stato costretto a prevelare denaro contante da uno sportello automatico. E solo il mancato funzionamento del bancoposta ha impedito l’ultima sopraffazione. Ogni cosa, comunque, è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza. Gli indagati, in concorso tra loro – si sottolinea – dovranno rispondere oltre che di lesioni e percosse, di sequestro di persona a scopo di estorsione, poiché hanno provato ad ottenere, come ingiusto profitto per la liberazione dei soggetti, beni di valore quali televisori, impianto stereo, telefoni cellulare ed oggetti in oro.