Chiesa, Diocesi Roma lancia censimento su realtà sociali Capitale

Nella Settimana Laudato sì voluta da papa Francesco

MAG 17, 2021 -

Roma, 17 mag. (askanews) – “Non un lavoro scientifico ma una occasione per mappare e soprattutto per mettere in connessione le tante realtà romane che si occupano di ‘ecologia integrale’, intesa come impegno per l’uomo, per l’ambiente e per gli ultimi”. A spiegare così il primo questionario che la Diocesi di Roma ha inviato a tutte le oltre 300 parrocchie della Capitale e alle altre realtà che operano sui territori (non solo cattoliche), è il vice direttore dell’Ufficio della pastorale sociale e del lavoro del Vicariato, Oliviero Bettinelli. Una vita spesa nella Caritas (anche accanto a personaggi come don Luigi Di Liegro che hanno segnato la dimensione sociale della diocesi negli ultimi decenni) Bettinelli è giunto nell’ufficio per contribuire e rimpinguare il lavoro “sociale” della diocesi del Papa. Il questionario, spiega in una intervista ad Askanews, è stato inviato in forma telematica ma anche cartacea a oltre 500 realtà del territorio “non solo a tutte le parrocchie – ricorda – ma anche ad associazioni, università, grandi aziende, Municipalizzate ed anche ad alcuni Municipi”. “Proprio nella settimana Laudato sì voluta da papa Francesco che ha ricordato l’appuntamento anche ieri al termine dell’Angelus, vogliamo così dare il contributo della ‘sua’ diocesi ad una enciclica ‘storica’ il cui richiamo indubbiamente si sente sempre più forte in tutta la Chiesa e in particolare in quella italiana con echi nei movimenti globali, preoccupati di temi quali i cambiamenti climatici, la desertificazione, la distruzione della biodiversità, l’inquinamento. – afferma Bettinelli – Francesco ci propone la strada dell’ecologia integrale, un tema sempre più centrale nel suo magistero e che ha dato sostegno e forza a quanti auspicano un cambiamento profondo in campo economico e nella relazione tra Stati, comunità e persone. Questa settimana è una occasione per momenti di riflessione e mobilitazione, momenti di preghiera, e di conoscenza nei e dei territori. Una settimana nella quale ci viene data la possibilità di rimettere a fuoco con forza la necessaria di un cambiare strada insieme, interconnettendo tematiche sempre più trasversali a contesti e ambienti diversi”. Roma, 17 mag. (askanews) – D. La sfida effettivamente appare epocale così come le problematiche che l’umanità ha di fronte. Ma la sensazione, alle volte, è che questa coscienza e sensibilità, antefatto di ogni cambiamento, non penetrino troppo nella base e che restino intuizioni di elite e questo anche in ambito ecclesiale… BETTINELLI – “Non sono completamente d’accordo. Che un lavoro di coscientizzazione vada sempre svolto è indubbio ma c’è, questa è almeno la mia esperienza, molta più sensibilità in giro di quanto non si pensi. Anche nelle comunità parrocchiali. Ora occorre fare uno sforzo ulteriore e far entrare i temi della Laudato Sì nella pastorale ordinaria di parrocchie e comunità. D’altronde capire le specificità di ogni territorio è difficile e necessita di tempo e costanza ma posso testimoniare una forte sensibilità da parte di realtà come gli animatori e i Circoli Laudato Sì che si vanno propagando nei diversi territori. D’altronde è parte integrante del cristiano incarnare nella storia il messaggio di salvezza, come sempre ci ha insegnato la dottrina sociale della Chiesa. Per quanto riguarda la Chiesa noto che viviamo in un momento in cui l’esperienza ecclesiale si concentra spesso sulle esigenze del contingente e questo non solo per l’effetto della pandemia che ha manifestato solo problemi già pre-esistenti. Ovviamente ora c’è un momento di particolare difficoltà che ci schiaccia sul contingente e ci impedisce di avere un approccio più ampio alle questioni che riguardano l’umanità. Insomma, non è solo importante la cura quanto sviluppare la cultura della cura, che vi è alla base. Infine, è vero che i temi e le intuizioni contenute nella Laudato sì hanno avvicinato diverse culture che semmai prima non dialogavano, incentrandosi sui tratti comuni, sull’attenzione all’uomo e al creato”.

D. Questa sorta di censimento lanciato dalla Diocesi di Roma vuole, appunto, contribuire a questa cultura della cura di cui parlava? BETTINELLI – “La diocesi di Roma da diverso tempo ha impostato la sua attenzione sull’abitare con cuore la città. Sono nate vere e proprie equipe pastorali e negli anni sono stati inviati questionari di vario tipo. La nostra proposta, come Ufficio pastorale, è nata specificatamente come una risposta al prossimo e importante appuntamento della Settimana sociale dei cattolici che si svolgerà ad ottobre a Taranto. Il questionario, dal titolo: “Indagine conoscitiva sulle esperienze di Sviluppo integrale della Diocesi di Roma”, è molto diretto e di facile compilazione con domande del tipo: ‘a quale realtà appartieni’, a ‘quale Municipio’, quali ‘buone prassi’, ‘quali servizi si offre’ o ‘gli aspetti problematici dell’esperienza’. La finalità è quella di connettere il lavoro, di conoscere esperienze e far capire che non si è soli ma che si può costruire una rete. Insomma vorremmo, a fine lavoro, far diventare patrimonio per la diocesi e la Chiesa italiana queste esperienze. Cogliere gli stimoli per buone prassi ed, infine, arrivare a costruire proposte di carattere ‘politico’ più radicali da proporre alle nostre comunità, ai territori e alla città. Siamo in uscita, come ci ha invitato da subito a fare Papa Francesco”.