Piemonte, Confartigianato: più aiuti a imprese

"Fondo Tari per Comuni è un pasticcio"

MAG 10, 2021 -

Torino, 10 mag. (askanews) – “La conferma della fiducia in Aula del Senato sul Decreto Sostegni (che ora deve passare alla Camera) dà un primo importante via libera ad alcuni interventi che recepiscono le sollecitazioni di Confartigianato per consentire alle piccole imprese di affrontare l’impatto della crisi pandemica.” Lo afferma Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte.

“Tuttavia – prosegue Felici – ci aspettiamo ulteriori forme di aiuto alle imprese che hanno subìto i maggiori effetti della crisi pandemica. Riserviamo molta attesa nelle promesse del Governo e confidiamo che nell’emanando decreto ‘Ristori bis’ siano previsti ulteriori ristori economici per coprire parte dei costi fissi sostenuti nel periodo di crisi, anche tramite sgravi di imposta, la reintroduzione del credito d’imposta sui canoni di locazione pagati, l’estensione del regime di garanzia sui prestiti e le moratorie delle rate di mutui e leasing alle PMI prorogate automaticamente fino a fine anno. Le scadenze per il pagamento di Irpef, Irap e Ires si avvicinano, sarebbe utile che fin da ora si definissero congrui slittamenti, così come utile per cittadini e imprese sarebbe conoscere le reali volontà e possibilità di proroga di superbonus e cessione dei crediti d’imposta”.

“Per quanto riguarda l’istituzione del fondo TARI da destinare ai Comuni per scontare la tassa rifiuti – aggiunge Felici – dobbiamo ancora capire l’impatto benefico sulle imprese. Al momento riteniamo che quanto è stato approvato con l’emendamento 30.64 al Decreto Sostegni è un pasticcio e non rappresenta una soluzione, almeno per le imprese. Infatti viene chiesto alle aziende, solo per quest’anno, di comunicare entro il 31 maggio prossimo quali rifiuti urbani l’impresa intenda conferire al di fuori del servizio pubblico ai fini della conseguente applicazione o meno della Tari a partire dal 2022. Ma con otto mesi di anticipo, in un contesto di estrema incertezza, e considerando che i Comuni non hanno ancora adeguato i propri regolamenti e tariffe alle nuove regole, è impensabile che le imprese abbiano gli elementi per effettuare la scelta più funzionale alle proprie esigenze e, di conseguenza, darne comunicazione al Comune. Anche per gli anni successivi, inoltre, la norma approvata concede solo un mese ulteriore per tale scelta, che dovrà essere fatta entro il 30 giugno di ogni anno con riferimento all’anno successivo. Ancora più incomprensibile, inoltre, non intervenire sulla previsione che vincolerebbe per cinque anni la scelta dell’impresa”.