Sardegna, Cisl: Pnrr non risolve i problemi dell’isola

Molte perplessità sul Piano nazionale di ripresa e resilienza

MAG 4, 2021 -

Cagliari, 4 mag. (askanews) – Una valutazione sul nuovo Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza)e sulle conseguenze per la Sardegna è stata espressa dalla segreteria regionale della Cisl. “La valutazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per quel che concerne la Sardegna, obbliga anzitutto a una riflessione che va oltre la consistente dotazione finanziaria e la sua complessa costruzione programmatoria e attuativa. Superato il primo ventennio degli anni duemila la Sardegna, indipendentemente dalle conseguenze provocate dalla pandemia da covid19, non ha recuperato i divari economici e sociali sia rispetto alle regioni del centro-nord del Paese che rispetto al dato medio della Unione Europea”.

“Permangono negli anni inalterate le diseconomie di tipo strutturale che non sono state appunto intaccate sia dal Piano di Rinascita che dalla programmazione europea attraverso i Fondi strutturali. Sul versante quantitativo l’uno e l’altro strumento hanno sostituito per larga parte l’intervento ordinario dello Stato, su quello qualitativo e dell’efficacia degli interventi ha influito invece non poco la mediocre qualità istituzionale e i vincoli derivanti sia dal mancato riconoscimento dello status di insularità, e quindi degli interventi utili a recuperare le conseguenti difficoltà, diseconomie, deficit di agibilità e di mobilità, sia una autonomia mutilata da una irrisolta questione dei poteri e delle competenze su ambiti decisivi per lo sviluppo dell’Isola”.

“Si pensi all’autonomia finanziaria, e, alla vertenza sulle entrate malamente chiusa, al costo della sanità e del trasporto pubblico locale interamente a carico della Regione, alla continuità territoriale che dovrebbe essere garantita in toto dallo Stato, al costo energetico di famiglie e imprese, ben superiore rispetto alle altre regioni del Paese, a un sistema dei trasporti interni inadeguato per i cittadini e per le imprese. Cosa c’è dunque di più e di diverso nel Pnrr, rispetto al Piano di Rinascita e ai Fondi strutturali, in grado di intaccare positivamente le antiche e attuali diseconomie e di rimuovere i lacci e i lacciuoli di un rapporto con lo Stato che deve essere superato quanto a poteri e competenze? Si pensi ad esempio ai beni culturali, oppure alle necessarie compensazioni e riconoscimenti per la dimensione insulare che penalizza cittadini e imprese”. (Segue)