Gli insetti cibo del futuro e sostenibile. L’Europa dice sì

A livello mondiale mercato insetti oltre 55 mln dollari in 2017

MAG 4, 2021 -

Roma, 4 mag. (askanews) – Il futuro è già qui, almeno nel piatto. E’ arrivata pochi mesi dopo il parere scientifico positivo dell’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, la prima autorizzazione dell’Unione Europea sulla commercializzazione di insetti come nuovo alimento. Oggi gli Stati membri hanno approvato, per la prima volta, una proposta della Commissione sulla autorizzazione al consumo del “Tenebrio Molitor”, il coleottero Tenebrione mugnaio, conosciuto anche come verme giallo o tarma della farina. La decisione formale della Commissione sarà adottata nelle prossime settimane.

Gli insetti, il cosiddetto “novel food” sono alimenti altamente proteici, il cui allevamento rientra nell’ambito della strategia europea Farm to fork sui sistemi alimentari sostenibili, visto il basso impatto ambientale di questo tipo di allevamento. E’ la stessa Commissione a citare la Fao, secondo cui gli insetti “sono una fonte di cibo sana e altamente nutriente, ricca di grassi, proteine, vitamine, fibre e minerali”.

Quello degli insetti è un mercato con grandi opportunità di crescita. Lo scorso aprile, durante un webinar sul tema organizzato da Confagricoltura e Anga, sono stati diffusi alcuni dati dell’Ipiff (International Platform of Insects for Food and Feed), di cui fanno parte 75 produttori e allevatori di insetti sparsi in Europa (dove la legislazione ne autorizza l’uso solo come mangimi) e non solo. In Europa si producono più di 6 mila tonnellate all’anno di proteine di insetti, ma le previsioni sono di arrivare tra 2 e 5 milioni di tonnellate entro il 2030, a seconda del quadro legislativo che si avrà nei prossimi anni. A livello mondiale il mercato degli insetti ha superato i 55 milioni di dollari nel 2017; secondo alcune stime di Global Market Insights ci saranno aumenti esponenziali e si prevede che supererà i 700 milioni di dollari nel prossimo triennio.

In Italia aderiscono a Ipiff 6 membri: 4 membri accademici (università di Pisa, di Parma e della Basilicata e l’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana). E due produttori e allevatori: Alia Insact Farma e Italian Cricket Farm. La produzione europea oggi rappresenta qualche migliaio di tonnellate, mentre sono previsti 3 miliardi di investimenti da parte delle aziende del settore entro il 2025.

A livello normativo, l’allevamento di insetti è considerato una attività agricola e gli insetti sono considerati a tutti gil effetti “animali da allevamento”. Sette le specie che si possono allevare in Europa, tra cui la Mosca soldato nera, il Tenebrio molitor, il Grillo domestico, la Locusta migratoria, la Cavalletta.

La valutazione dell’Efsa è arrivata a metà gennaio e, per la prima volta dal 2018, l’Autorità ha effettuato una analisi completa di tutti gli aspetti relativi alla modalità di allevamento, al processo di produzione, alla sicurezza e al profilo nutrizionale e tossicologico delle larve essiccate di Tenebrio Molitor, la cosiddetta tarma della farina. E altre 11 domande per insetti da autorizzare come nuovi alimenti sono ancora all’esame dell’Autorità.

Secondo il parere dell’Efsa, le larve essiccate possono essere utilizzate intere o possono entrare a fare parte di altri alimenti sotto forma di farina, ad esempio in prodotti proteici, biscotti, snack o prodotti a base di pane o pasta.

In Italia da tempo il Centro Ricerche Enea della Trisaia (Matera) sta sperimentando come ottenere nuove farine ad alto valore nutraceutico da insetti e in particolare dal Tenebrio Molitor. Questa larva è composta per lo più di proteine, grassi e fibre (la chitina, una fibra insolubile che compone l’esoscheletro dell’insetto). Allevando questo insetto con scarti alimentari e cerealicoli soprattutto a base di crusca, i ricercatori sono riusciti a ottenere nuovi prodotti dal maggior valore aggiunto, arricchendo la farina di vitamine e minerali e migliorandone ulteriormente la composizione amminoacidica, il rapporto in acidi grassi, il contenuto in omega 3 e la biodisponibilità di vitamine e minerali come ferro, zinco e calcio.

Ovviamente, saranno stabiliti alcuni requisiti specifici in etichetta sul fronte degli allergeni. E’ stato lo stesso Efsa a spiegare che, visto che le formule a base di insetti possono essere ad elevato contenuto proteico, “un nodo fondamentale della valutazione è che molte allergie alimentari sono connesse alle proteine, per cui dobbiamo valutare anche se il consumo di insetti possa scatenare reazioni allergiche. Tali reazioni possono essere provocate dalla sensibilità individuale alle proteine di insetti, dalla reazione crociata con altri allergeni o da allergeni residuati da mangimi per insetti, ad esempio il glutine”.

In Italia, secondo una indagine Coldiretti/Ixè, l’idea di mangiare larve di Tenebrio Molitor fritte non piace però al 54% degli italiani. Mentre il 24% resta indifferente dinnanzi alla prospettiva di una barretta a base di insetti, il 16% è favorevole e il 6% non risponde. Il sottosegretario alle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio, commenta laconicamente: “prima la carne sintetica, adesso gli insetti. Se la sostenibilità per Bruxelles significa questo, purtroppo non possiamo che manifestare molti dubbi. Così si concretizza la strategia Farm to fork per la Transizione verde? Nell’individuare gli insetti come una fonte proteica alternativa, penalizzando invece la zootecnia, trattata come causa di tutti i mali, non si comprende bene in base a quale evidenza scientifica?”. Anche per Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, si tratta di “un altro paradosso di un approccio troppo ideologico alla Farm to Fork”. Negativa anche la reazione degli europarlamentari della Lega componenti della commissione Envi: “prima di pensare agli insetti a tavola, l’Ue dimostri lo stesso impegno per tutelare il Made in Italy e le nostre eccellenze alimentari”, chiedono i leghisti.