Droga, blitz a Roma: profitti per 200mila a settimana

Indagine della Dda. Scoperta raffineria della coca a Fiano Romano

MAG 4, 2021 -

Roma, 4 mag. (askanews) – Guadagni per oltre 220mila euro a settimana, una raffineria di cocaina a Fiano Romano, una rivendita di sostanze stupefacenti aperta h24 a Tor Bella Monaca. Un tabaccaio sequestrato così come alcune imbarcazioni a Fiumicino. Questo il panorama descritto dall’indagine ‘Alcatraz’ che alle prime ore dell’alba i carabinieri del gruppo di Frascati hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 35 persone, di cui 11 in carcere, 10 agli arresti domiciliari e 14 con l’obbligo di dimora.

Gli accertamenti sono stati coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia della Capitale. Le accuse contestate sono quelle di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanza stupefacente. I pusher erano in azione, principalmente, in via Camassei. La loro attività non era attribuibile ad episodi sporadici, ma rispondeva ad una vera e propria organizzazione criminale, con a capo un’unica famiglia del posto, gerarchicamente strutturata. Il boss era Marco Maruca.

Le indagini sono partite dalla base dell’associazione e da una denuncia presentata da un genitore. Le verifiche degli investigatori hanno poi avuto la conferma di un collaboratore di giustizia. Gli inquirenti hanno isolato la ‘piazza di spaccio’ ed hanno mappato i ruoli e gli incarichi del gruppo. Nel corso delle indagini – si aggiunge – è stata accertata l’efficienza della banda nel mantenere inalterata la sua operatività nonostante i ripetuti arresti e sequestri di droga. Nell’arco di un anno sono stati effettuati – si sottolinea – 85 arresti in flagranza. Non è stato utile ai Maruca e soci l’uso di utenze telefoniche fittizie sostituite ad ogni arresto.

Inoltre, per garantire la lealtà degli appartenenti, i vertici dell’associazione fornivano contributi economici per la difesa legale ed il sostentamento al detenuto ed ai familiari, creando di fatto un “ammortizzatore sociale”. Nei lunghi mesi di monitoraggio è stato possibile accertare – si spiega – che la stessa era organizzata, in analogia a quanto emerso anche nel corso della massiccia operazione portata a termine sempre dai carabinieri di Roma la settimana scorsa nello stesso quartiere. Erano una vera e propria azienda, con specifici turni lavorativi da otto ore, tali da garantire l’operatività giorno e notte senza mai interrompere l’attività criminosa, dove ad ogni turno vi era un responsabile in seguito definito “capo turno”, unico autorizzato ad interagire con i vertici dell’associazione. (Segue)