Il nostro compito è annunciare la buona novella” (Papa Francesco)

"Amare fratelli a sorelle a cominciare dai più poveri"

MAG 2, 2021 -

Roma, 2 mag. (askanews) – “Dopo che Gesù è salito al Padre, è compito dei discepoli continuare ad annunciare la buona novella del Regno nel mondo in parole e in opere. E lo fanno testimoniando il suo amore: il frutto da portare è l’amore.

Attaccati a Cristo, riceviamo i doni dello Spirito Santo, e così possiamo fare del bene al prossimo e alla società, alla Chiesa.

Dai frutti si riconosce l’albero. Una vita veramente cristiana dà testimonianza a Cristo”. Così ha detto Papa Francesco dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per la recita del Regina Caeli con i fedeli e i pellegrini riuniti in piazza San Pietro.

“Nel Vangelo di questa quinta Domenica di Pasqua, il Signore si presenta come la vera vite e parla di noi come i tralci che non possono vivere senza rimanere uniti a Lui: ‘Io sono la vite, voi i tralci’ – ha detto – Non c’è vite senza tralci, e viceversa. I tralci non sono autosufficienti, ma dipendono totalmente dalla vite, che è la sorgente della loro esistenza. Gesù insiste sul verbo ‘rimanere’. Lo ripete ben sette volte nel brano evangelico odierno”.

“Prima di lasciare questo mondo e andare al Padre, Gesù vuole rassicurare i suoi discepoli che possono continuare ad essere uniti a Lui. Dice: ‘Rimanete in me e io in voi’. Questo rimanere non è un rimanere passivo, un ‘addormentarsi’ nel Signore, lasciandosi cullare dalla vita. Non è questo. Il rimanere in Lui che ci propone Gesù è un rimanere attivo, e anche reciproco. Perché? Perché i tralci senza la vite non possono fare nulla, hanno bisogno della linfa per crescere e per dare frutto; ma anche la vite ha bisogno dei tralci, perché i frutti non spuntano sul tronco dell’albero. È un bisogno reciproco, è un rimanere reciproco per dare frutto”, ha spiegato il Santo Padre.

“Prima di tutto noi abbiamo bisogno di Lui. Il Signore ci vuole dire che prima dell’osservanza dei suoi comandamenti, prima delle beatitudini, prima delle opere di misericordia, è necessario essere uniti a Lui, rimanere in Lui. Non possiamo essere buoni cristiani se non rimaniamo in Gesù. E invece con Lui possiamo tutto”.

Insomma “anche Gesù, come la vite con i tralci, ha bisogno di noi. Forse ci sembra audace questo concetto, e allora domandiamoci: in che senso Gesù ha bisogno di noi? Egli ha bisogno della nostra testimonianza. Il frutto che, come tralci, dobbiamo dare è la testimonianza della nostra vita cristiana.

Dopo che Gesù è salito al Padre, è compito dei discepoli continuare ad annunciare la buona novella del Regno nel mondo in parole e in opere. E lo fanno testimoniando il suo amore: il frutto da portare è l’amore. Attaccati a Cristo, riceviamo i doni dello Spirito Santo, e così possiamo fare del bene al prossimo e alla società, alla Chiesa. Dai frutti si riconosce l’albero. Una vita veramente cristiana dà testimonianza a Cristo”.

“Come possiamo riuscirci? – si chiede Papa Francesco – Gesù ci dice: ‘Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto’. La fecondità della nostra vita dipende dalla preghiera. Possiamo chiedere di pensare come Lui, agire come Lui, vedere il mondo e le cose con gli occhi di Gesù. E così amare i nostri fratelli e sorelle, a cominciare dai più poveri e sofferenti, come ha fatto Lui, e amarli con il suo cuore e portare nel mondo frutti di bontà, di carità e di pace. Affidiamoci all’intercessione della Vergine Maria. Lei è rimasta sempre pienamente unita a Gesù e ha portato molto frutto. Ci aiuti lei a rimanere in Cristo, nel suo amore, nella sua parola, per testimoniare nel mondo il Signore Risorto”.

Red/Nav/Int9