Le mani della ‘Ndrangheta sulla Sila: sequestrati beni per 50mln

Erano della famiglia Spadafora legata alla cosca Farao-Marincola

APR 27, 2021 -

Roma, 27 apr. (askanews) – Un patrimonio di oltre 50 milioni di euro è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza di Cosenza ad alcuni esponenti della famiglia Spadafora, ritenuta affiliata alla cosca Farao-Marincola del crotonese. La misura di prevenzione patrimoniale è stata disposta, su richiesta della Dda di Catanzaro, dalla seconda sezione penale del Tribunale. Così come è emerso nel processo conseguente all’indagine “Stige” la famiglia Spadafora – a mezzo delle imprese gestite, quali la “F.lli Spadafora S.r.l., la “Spadafora Legnami S.r.l., la “Famiglia Spadafora società semplice agricola e le altre imprese individuali a loro intestate – governava, in regime di monopolio ‘ndranghetistico, l’offerta di legname e prodotti derivanti dai tagli boschivi operati nel territorio silano.

Facendo leva sull’appartenenza alla ‘ndrina di San Giovanni in Fiore ed in virtù della forza intimidatoria che da ciò ne deriva, avrebbe costituito un vero e proprio cartello di controllo mafioso dei boschi, manipolando ed indirizzando l’aggiudicazione delle gare d’appalto boschive con metodo mafioso, consistito, tra l’altro, nel porre in essere danneggiamenti alle ditte che non si allineavano alle direttive imposte dalla criminalità organizzata. Inoltre, proprio grazie alla gestione dei boschi della Sila, gli Spadafora erano stati utilizzati per garantire, negli anni, la latitanza di elementi di spicco della cosca Farao-Marincola a cui, di fatto, facevano capo.

Per tali accuse, lo scorso febbraio, gli Spadafora sono stati condannati, dal Tribunale di Crotone, a più di 60 di carcere; nello specifico, il capo famiglia, Luigi Spadafora (attualmente agli arresti domiciliari) a 15 anni di reclusione, mentre i suoi tre figli, Pasquale, Rosario e Antonio (ad oggi, tutti detenuti in carcere), rispettivamente a 20, 14 e 14 anni di reclusione. Su di loro grava, altresì, la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, ancora da scontare poiché detenuti.