La ‘Ndrangheta gestiva traffici droga nel pavese: 15 arresti

Smantellata organizzazione internazionale di narcotrafficanti

APR 27, 2021 -

Roma, 27 apr. (askanews) – Alle prime luci dell’alba nell’Area metropolitana di Milano, nelle province limitrofe di Pavia, Monza Brianza e a Roma la Guardia di Finanza ha dato esecuzione a quindici ordinanze di custodia cautelare nei confronti degli appartenenti ad un’organizzazione criminale, con collegamenti con le cosche della ‘ndrangheta, dedita all’importazione di cocaina dal Sudamerica.

L’operazione “Mixtus” ha aperto le porte del carcere per 6 peruviani e 5 italiani; per altri 4 componenti del gruppo criminale (2 peruviani e 2 italiani) sono stati disposti dal Gip di Milano, gli arresti domiciliari. Al momento, cinque soggetti tra quelli colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare avrebbero lasciato il territorio nazionale. L’operazione giunge a conclusione un’indagine durata circa due anni e che ha portato complessivamente al sequestro di oltre 50 chili di cocaina.

Gli investigatori sono riusciti a tracciare le rotte del narcotraffico che partendo dal Perù, transitava per la Spagna per poi giungere in l’Italia, dove lo stupefacente risultava destinato alle cosche di ‘ndrangheta della Lombardia e della Calabria attraverso l’opera di alcuni emissari tratti in arresto. La droga era infatti destinata anche a soggetti del clan di ‘ndrangheta Molluso, particolarmente attivo nel settore dello spaccio di sostanze stupefacenti. Durante l’attività investigativa i finanzieri sono riusciti a bloccare i carichi di “polvere bianca” destinati alle piazze italiane che, una volta venduta sulle varie piazze di spaccio avrebbe garantito alle cosche un profitto di circa 5 milioni di euro. Per sfuggire ai controlli doganali e alla particolare abilità a fiutare lo stupefacente dei cani antidroga della Guardia di Finanza, la cocaina è stata anche occultata attraverso dei procedimenti chimici nelle copertine di libri e riviste o intrisa nei rivestimenti delle valigie al seguito dei corrieri per poi essere chimicamente estratta e raffinata in laboratori clandestini. Dalle indagini è anche emerso che alcuni degli arrestati avevano richiesto e percepito anche negli ultimi mesi il reddito di cittadinanza.