Giornata storica per la cannabis terapeutica: assolto Walter De Benedetto

Il plauso della ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone

APR 27, 2021 -

Roma, 27 apr. (askanews) – Il Tribunale d’Arezzo ha assolto Walter De Benedetto ritenendolo non colpevole di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio, in quanto la serra di marijuana che egli aveva allestito serviva unicamente a procurargli la cannabis a scopo terapeutico, per lenire i dolori della malattia di cui soffre.

De Benedetto, un 49enne affetto da artrite reumatoide, era finito a processo per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso: l’uomo, che da anni era in possesso di una regolare prescrizione medica, aveva deciso di coltivare in proprio la cannabis perché il Sistema Sanitario non riusciva ad assicurargli il quantitativo di terapia necessaria a combattere i lancinanti dolori causati dalla sua patologia.

“Ce l’abbiamo fatto, anche grazie al supporto di chi da fuori ha seguito la situazione processuale. Walter è stato assolto in quanto è stato dichiarato non colpevole di voler spacciare ciò che invece aveva necessità di consumare per uso terapeutico”, hanno detto gli avvocati Lorenzo Simonetti e Claudio Miglio, legali di Walter De Benedetto.

Date le sue precarie condizioni di salute, De Benedetto non è riuscito a raggiungere l’aula.

Davanti al Tribunale per sostenere la sua causa e quella di molti altri pazienti che si trovano nelle sue condizioni si sono riuniti l’associazione Meglio Legale – campagna che ha seguito il paziente in questi mesi sostenendo il suo appello al Presidente della Repubblica -, l’Associazione Luca Coscioni, i deputati Caterina Licatini (M5S) e Riccardo Magi (+Europa), il segretario di Radicali Italiani Massimiliano Iervolino, esponenti di Volt e Giovani Democratici Toscana.

“Oggi è un giorno storico. De Benedetto aveva allestito una serra di marijuana per usare la sostanza a scopo terapeutico e lenire i dolori. ‘Quella serra non era reato’ e quindi oggi è arrivata l’assoluzione perché ‘il fatto non sussiste’. Questa sentenza è naturale, ovvia, scontata così come sono irrazionali le argomentazioni di chi dice che i malati hanno accesso alla cannabis terapeutica in Italia e che va tutto bene. In Italia ad oggi i malati sono costretti a battaglie legali perché abbiamo troppi legislatori che rifiutano pregiudizialmente un confronto nel merito”. E’ quanto scrive in un post su Facebook il Ministro per le politiche giovanili, Fabiana Dadone in merito alla sentenza del processo a Walter De Benedetto.

“Oggi mi sento di festeggiare questa sentenza e lo faccio con un test antidroga del capello. Invito per l’ennesima volta a un atto di coerenza pubblica i detrattori della legalizzazione della marijuana che ritengono ‘cattivi maestri’ quelli a favore.

Abbiate #unfilodicoerenza e fatelo anche voi dimostrando che non c’è ipocrisia in questa vostra posizione”, scrive ancora la ministra.

“Posso non assumere sostanze stupefacenti ed essere a favore della legalizzazione della marijuana, posso essere eterosessuale ed essere a favore dei diritti lgbt. Non abbiamo bisogno di vivere direttamente un’esperienza per comprenderla, per empatizzare con chi soffre ogni giorno in silenzio i soprusi di una mentalità violenta e repressiva. – aggiunge nel suo post – Non siamo noi quelli sbagliati, non siamo noi i criminali e spesso è proprio chi vive di questa linearità di pensiero a nascondere una frustrazione, un segreto. Non abbiate paura e se siete contro la legalizzazione e contro i diritti per chi soffre argomentate le vostre idee senza slogan, senza violenza e senza pregiudizi. Fate un passo verso il confronto, non è mai una mossa sbagliata. Walter – conclude la Dadone – oggi non è stato un cattivo maestro, anzi. Voi potete dire lo stesso?”.

red/sam