“Serve un corretta distribuzione di vaccini all’America latina” (il Papa)

Con la segreteria iberoamericana auspica la revisione del debito pubblico

APR 21, 2021 -

Città del Vaticano, 21 apr. (askanews) – Una corretta distribuzione dei vaccini, “non basata su criteri puramente economici”, e la rinegoziazione del debito pubblico dei paesi meno abbienti: sono le due misure che dovrebbero fare “parte integrante della nostra risposta comune alla pandemia” indicate da papa Francesco in un messaggio al segretario generale della Segreteria Generale Iberoamericana, Rebeca Grynspan Mayufis, e ai partecipanti al XXVII Vertice Iberoamericano in corso ad Andorra – in diretta streaming – dal 20 al 21 aprile 2021.

“Desidero ribadire che un’immunizzazione estesa dovrebbe essere considerata un ‘bene comune universale’, una nozione che richiede azioni concrete che ispirino l’intero processo di ricerca, produzione e distribuzione di vaccini”, scrive Jorge Mario Bergoglio. “In questo settore, servono iniziative che cercano di creare nuovo forme di solidarietà a livello internazionale, con meccanismi volti a garantire una distribuzione correttezza dei vaccini, non basata su criteri puramente economici, ma tenendo conto del bisogni di tutti, soprattutto dei più vulnerabili e bisognosi”.

Il Papa sottolinea poi “la necessità di riformare la ‘architettura’ del debito internazionale, come parte integrante della nostra risposta comune alla pandemia. La rinegoziazione del peso del debito dei paesi più bisognosi è un gesto che aiuterà le persone a svilupparsi, ad avere accesso ai vaccini, alla salute, all’istruzione e al lavoro”.

Quello attuale, scrive il pontefice argentino, è “un contesto particolarmente difficile a causa dei terribili effetti della pandemia di Covid-19 in tutti i settori della vita quotidiana, che ha richiesto enormi sacrifici da ciascuna nazione e ai suoi cittadini, e questo invita l’intera comunità internazionale a impegnarsi, unita, con spirito di responsabilità e fraternità, per affrontare le tante sfide già in atto, e quelli a venire”.

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