Moda green, quel gap tra dire e fare: solo 1 su 4 ripara i vestiti

Zalando lancia in Italia dal 22 aprile il servizio Second hand

APR 20, 2021 -

Milano, 20 apr. (askanews) – Un tempo riparare un capo danneggiato o passare di figlio in figlio gli abiti man mano che crescevano era una normalità. Oggi questo accade decisamente meno sebbene a parole ci diciamo attenti alla sostenibilità, più vicini ad aziende impegnate nel rispetto dell’ambiente. Ora Zalando, piattaforma di vendita online per la moda e il lifestyle, ha misurato il gap che esiste tra intenzioni e comportamenti d’acquisto in fatto di moda sostenibile attraverso un report “It takes two: how the industry and consumers can close the sustainability ‘attitude-behavior gap’ in fashion”. In sostanza questo rapporto testimonia la distanza tra il dire e il fare quando si parla di acquisti green nel settore abbigliamento, una distanza che può essere colmata con un rinnovato impegno delle aziende ma anche dei consumatori.

Consumatori, specie quelli più giovani, che a parole sono super sostenibili. Più del 90% dei consumatori della Generazione Z (di età compresa tra 18 e 24 anni), infatti, afferma che le aziende hanno la responsabilità di proteggere l’ambiente e avere un impatto sociale positivo. Molti di loro desiderano che le proprie decisioni in materia di moda riflettano i propri valori, inclusi gli acquisti di seconda mano, il riciclo e la riparazione. Dal report emerge inoltre che i due terzi dei consumatori di moda, a livello europeo, ritengono che la sostenibilità sia diventata più importante per loro dall’inizio della crisi e una percentuale simile si sentirebbe propensa a “boicottare” un brand che non riesce a fare la sua parte in termini di protezione del Pianeta. La trasparenza diventa un valore sempre più rilevante: in media il 60% dei consumatori ritiene, infatti, che la trasparenza da parte dei brand sia importante anche in termini di miglioramenti sul lungo termine. Gli italiani, in particolare, si posizionano ben oltre la media, al 71%, seguiti dai francesi (62%), tedeschi (57%) e svedesi e inglesi (entrambi 55%).

Tuttavia, pochi hanno abbracciato il concetto di circolarità: solo il 23% ripara i propri vestiti e solo il 25% acquista regolarmente articoli di seconda mano. Ed è qui che si crea il gap, perchè alla fine molti consumatori fanno fatica a trasformare le proprie priorità di sostenibilità in decisioni di acquisto. 

Proprio per spingere a nuovi comportamenti d’acquisto Zalando lancia in Italia dal 22 aprile “Second Hand”, servizio di acquisto o vendita di articoli di seconda mano direttamente sulla sua piattaforma online, con spedizione, opzioni di pagamento e resi gratuiti gestiti dall’azienda. Un servizio che va incontro alle richieste di più di un italiano su due, che vuole dalle aziende opzioni di moda di seconda mano per essere aiutato ad agire in modo più sostenibile. In questa classifica, oltretutto, siamo primi in Europa seguiti da francesi (55%) e spagnoli (46%).

La nuova offerta di Zalando, grazie a un aggiornamento della lista desideri, consente ai clienti di vedere in automatico tutti gli articoli che hanno acquistato su Zalando e caricare i capi acquistati altrove già in loro possesso, per venderli in pochi click. Dopo aver venduto gli articoli, i clienti italiani potranno scegliere se ricevere un buono Zalando del valore corrispondente o se fare una donazione a uno dei due partner coinvolti, Croce Rossa e WeForest. Tutti gli articoli di seconda mano offerti da Zalando verranno sottoposti a un controllo di qualità e catalogati in un assortimento sempre aggiornato disponibile per milioni di clienti. In linea con questo impegno, il packaging per tutti gli ordini della categoria Second Hand utilizzerà al posto della plastica la carta riciclata.