‘Ndrangheta, i rifiuti delle concerie toscane nella superstrada

In Toscana 6 arresti e 7 provvedimenti interdittivi

APR 15, 2021 -

Roma, 15 apr. (askanews) – Sei arresti, 7 provvedimenti interdittivi e sequestri per oltre 20 milioni. E’ questo il bilancio dell’operazione “Keu” eseguita dai carabinieri fra Toscana, Calabria e Umbria nei confronti di presunti componenti di un’associazione a delinquere aggravata all’agevolazione mafiosa dedita al traffico illecito di rifiuti all’inquinamento ambientale ed all’impedimento del controllo da parte degli organi amministrativi e giudiziari. Sequestrati due impianti di gestione di rifiuti ed effettuate oltre 60 perquisizioni a Firenze, Pisa, Arezzo, Crotone, Terni e Perugia.

Secondo gli investigatori il titolare di un impianto di trattamento abusivo dei materiali riciclati, sarebbe stato in stretto contatto con ambienti di spessore criminale della cosca calabrese Gallace, i quali avevano preso il controllo del subappalto del movimento terra per la realizzazione del V lotto della SRT 429 empolese. Grazie a questi contatti e infiltrazioni risulterebbero stati smaltiti abusivamente nei rilevati della superstrada circa 8000 tonnellate di rifiuti contaminati.

L’indagine, protrattasi per quasi 3 anni e ad esito della quale sono finora 19 le persone indagate (fra cui esponenti politici e dirigenti di enti pubblici), è stata condotta, su delega della Procura Distrettuale Antimafia di Firenze, ha riguardato la gestione dei rifiuti, specificamente dei reflui e dei fanghi industriali, prodotti nel distretto conciario ubicato tra le provincie di Pisa e di Firenze.

Alcuni soggetti al vertice dell’Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno rappresentano il fulcro decisionale di tutto l’apparato oggetto dell’indagine, avrebbero agito con le modalità e la consapevolezza di un sodalizio organizzato per la commissione di reati, utilizzando a tale scopo i vari consorzi che compongono, ciascuno nel proprio ruolo, il circuito stesso del comparto. Secondo gli investigatori quello che si è venuto a creare negli anni è un vero e proprio sistema che vede coinvolti l’Associazione Conciatori di Santa Croce ed alcuni singoli consorzi.

Le indagini hanno messo in luce come il meccanismo costruito negli anni, che avrebbe dovuto assicurare un riciclo praticamente totale dei rifiuti prodotti dal comparto, con un conferimento in discarica sostanzialmente residuale, di fatto non raggiunge il risultato di ottenere un ciclo che recupera i rifiuti efficacemente e lecitamente.

In particolare è emerso che i rifiuti derivanti dal trattamento dei fanghi della depurazione degli scarichi delle concerie trattati dal complesso industriale Aquarno, e denominati “KEU”, consistevano in ceneri che presentano concentrazioni di inquinanti tali da non poter essere riutilizzati per recupero in attività edilizie di riempimento di rilevati o ripristini ambientali, ed invece erano inviati ad un impianto di produzione di materiali riciclati che provvedeva a miscelare questo rifiuto con altri inerti e a classificarlo materia prima per l’edilizia, così da essere impiegato in vari siti del territorio con concreto pericolo di contaminazione del suolo e delle falde.

Inoltre sono emerse altre criticità per quanto le attività di scarico delle acque depurate operate dallo stesso depuratore “Aquarno” che riversa nel corpo recettore, il canale Usciana, acque non adeguatamente depurate.