Pepe (Fareambiente): “Al Sud serve l’Alta velocità”

"Avere a cuore l'ambiente significa volgere lo sguardo al domani"

APR 13, 2021 -

Roma, 13 apr. (askanews) – “Altro che mostri! Al Sud serve l’Alta Velocità”. Il presidente nazionale dell’associazione ambientalista Fareambiente, Vincenzo Pepe, si scaglia apertamente contro le parole di alcuni esponenti di Legambiente dichiarando che “è importante destinare parte risorse del Recovery Fund al progetto della Tav Salerno-Reggio Calabria perchè renderà il Sud del nostro Paese un territorio agilmente raggiungibile e finalmente interconnesso in modo moderno e funzionale con il resto d’Italia e con l’Europa”.

“Eppure – ribadisce Pepe – Legambiente e tutto l’ambientalismo vetero sessantottino ostacolano tutti quei progetti che con i finanziamenti del Recovery potremmo realizzare: niente Alta velocità Salerno Reggio Calabria, del ponte sullo Stretto neppure a parlarne. Il risultato? Efficienza e ammodernamento negati ad una parte consistente del Paese, ovvero a milioni di cittadini e migliaia di aziende, il futuro negato alle migliaia di giovani che sono costretti a lasciare ogni anno il Sud”.

“Avere a cuore l’ambiente e uno sviluppo sostenibile – ricorda il presidente di Fareambiente – significa volgere lo sguardo al domani, auspicare un’Italia in cui una parte consistente del Paese non sia abbandonata a sé stessa, dove i paesi, come dicono i miei amici sindaci del Cilento, non muoiano, in cui alle nuove generazioni non sia lasciata altra opzione che partire, emigrare lasciando famiglie, luoghi cari, idee e sogni”.

“Certamente – conclude Pepe – bisogna essere consapevoli che l’Alta Velocità è un’impresa notevole, dai costi e dall’impatto non trascurabili, ma si tratta di rischi che una nazione proiettata verso un futuro concretamente sostenibile deve sapersi assumere, perché è più rischioso, dal punto di vista economico, sociale, ambientale non realizzare queste opere. La sfida per conciliare Alta Velocità, pendolarismo locale e sostenibilità ambientale è d’altro canto la sfida che dobbiamo accogliere nella consapevole valorizzazione delle nostre molteplici identità territoriali”.