Filiera Italia: sostegno a chi manifesta civilmente, ore le regole

Per ripartire distinguere per orari ristoranti dai bar

APR 13, 2021 -

Roma, 13 apr. (askanews) – Filiera Italia esprime sostegno a quanti come Fipe- Confcommercio sono oggi impegnati a manifestare nel rispetto delle regole per richiedere una programmazione certa delle riaperture. “Non è pensabile che un anno dopo lo scoppio della pandemia e nel pieno della campagna vaccinale non si diano ancora risposte a un settore che ha perso oltre l’80% del suo fatturato”, dice Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia commentando la situazione dell’Horeca e la posizione di FIPE che, oggi, è scesa in piazza a Roma.

“È necessario ripartire e farlo con il piede giusto e in totale sicurezza – dice Scordamaglia – questo significa ad esempio distinguere una volta per tutte i bar dai ristoranti negli orari di apertura: i ristoranti, infatti sono in grado di assicurare la registrazione dei clienti, la possibilità del distanziamento e posti a sedere fissi”. Da notare che il fatturato dei ristoranti, al contrario di quello dei bar, è coperto per l’80% dalla cena, senza rischi di assembramento. “I bar non possono assicurare gli stessi requisiti – dicono da Filiera Italia – e il loro fatturato è sviluppato in maggioranza nella prima parte della giornata”. Proprio per tale motivo era stato lo stesso CTS qualche mese fa a consigliare la distinzione degli orari di aperture di questi due differenti tipi di esercizio.

E aggiunge Scordamaglia “Per ripartire subito e in sicurezza anche in orario serale potrebbe essere utile rendere obbligatoria la prenotazione al ristorante attraverso strumenti elettronici verificabili anche a posteriori e non appena sarà raggiunto un adeguato livello vaccinale, chiediamo che sia resa obbligatoria l’esibizione del certificato vaccinale, solo così il settore potrà ripartire”.

E in questo quadro si inserisce il tema dei sostegni “È chiaro che l’emorragia di fatturato e di posti di lavoro avuta finora non può essere curata come fatto finora con pannicelli caldi” dice Scordamaglia che conclude “Sono necessari sostegni molto più rilevanti e proporzionali soprattutto al numero dei dipendenti senza tetti che penalizzano chi garantisce più occupazione”.