Papa, misericordia non è comunismo ma cristianesimo puro

Messa nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia

APR 11, 2021 -

Città del Vaticano, 11 apr. (askanews) – “Gli Atti degli Apostoli raccontano che ‘nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune’. Non è comunismo, è cristianesimo allo stato puro”. Lo ha detto Papa Francesco che nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, poco distante dal Vaticano, ha celebrato la Messa nella Festa della Divina Misericordia.

Francesco ha notato come questo stato di totale comunione tra i seguaci di Gesù “è tanto più sorprendente se pensiamo che – ha detto – quegli stessi discepoli poco prima avevano litigato su premi e onori, su chi fosse il più grande tra di loro. Ora condividono tutto, hanno ‘un cuore solo e un’anima sola’. Come hanno fatto a cambiare così? – si è chiesto – Hanno visto nell’altro la stessa misericordia che ha trasformato la loro vita. Hanno scoperto di avere in comune la missione, il perdono e il Corpo di Gesù: condividere i beni terreni è sembrato conseguenza naturale”.

A concelebrare con il Papa sono stati alcuni missionari della Misericordia, istituiti durante il Giubileo della Misericordia. Presenti alla celebrazione eucaristica anche un gruppo di detenuti e di detenute dal carcere di Regina Coeli, di Rebibbia femminile e del carcere minorile di Casal del Marmo di Roma, alcune Suore Ospedaliere della Misericordia, una rappresentanza di infermieri dell’Ospedale S. Spirito, alcune persone con disabilità, una famiglia di migranti dall’Argentina, dei giovani rifugiati provenienti da Siria, Nigeria ed Egitto, tra cui due persone egiziane appartenenti alla Chiesa copta e un volontario Caritas siriano appartenente alla Chiesa cattolica sira.

Commentando poi la lettura degli Atti, proposta nella liturgia odierna, il Papa ha aggiunto che lo stesso testo “dice poi che ‘nessuno tra loro era bisognoso’. I loro timori si erano dissolti toccando le piaghe del Signore, adesso non hanno paura di curare le piaghe dei bisognosi. Perché lì vedono Gesù. Perché lì c’è Gesù. Sorella, fratello, – ha quindi proseguito nel corso della sua omelia – vuoi una prova che Dio ha toccato la tua vita? Verifica se ti chini sulle piaghe degli altri. Oggi è il giorno in cui chiederci: ‘Io, che tante volte ho ricevuto la pace di Dio, il suo perdono, la sua misericordia, sono misericordioso con gli altri? Io, che tante volte mi sono nutrito del suo Corpo, faccio qualcosa per sfamare chi è povero?’. Non rimaniamo indifferenti. Non viviamo una fede a metà, che riceve ma non dà, che accoglie il dono ma non si fa dono. Siamo stati misericordiati, diventiamo misericordiosi”, è stato l’invito fatto da papa Francesco.

“Perché se l’amore finisce con noi stessi, la fede si prosciuga in un intimismo sterile. Senza gli altri diventa disincarnata. Senza le opere di misericordia muore. Lasciamoci risuscitare dalla pace, dal perdono e dalle piaghe di Gesù misericordioso. E chiediamo la grazia di diventare testimoni di misericordia. Solo così – ha concluso – la fede sarà viva. E la vita unificata. Solo così annunceremo il Vangelo di Dio, che è Vangelo di misericordia”.