Sabato 10 aprile i lavoratori agricoli di nuovo in piazza

Presìdi davanti prefetture per chiedere modifiche a Dl Sostegno

APR 8, 2021 -

Roma, 8 apr. (askanews) – Le lavoratrici e i lavoratori agricoli scendono in piazza, sabato 10 aprile, sotto le sedi delle Prefetture di tutta Italia, a sostegno della piattaforma rivendicativa di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, per chiedere a Governo e Parlamento di modificare il decreto Sostegni che contiene gravi discriminazioni nei confronti del lavoro agricolo. I sindacati chiedono, in particolare, il riconoscimento per l’anno 2020 delle stesse giornate di lavoro del 2019 e l’introduzione del bonus per i lavoratori stagionali agricoli insieme alla sua compatibilità con il reddito di emergenza.

Sono già centinaia le manifestazioni annunciate in tutta Italia con lo slogan “Lavoratori agricoli: zero sostegni, zero diritti”, che si svolgeranno nel pieno rispetto delle norme anti-Covid. I segretari generali di Fai, Flai e Uila, Onofrio Rota, Giovanni Mininni e Stefano Mantegazza interverranno, rispettivamente, nelle piazze di Treviso, Napoli e Roma.

“Dopo il presidio nazionale del 31 marzo a Roma, seguito da migliaia di persone su Facebook e dopo gli incontri con le commissioni bilancio, lavoro e finanze del Senato e con il ministro per le politiche agricole Patuanelli – dichiarano in una nota congiunta i tre segretari Rota, Mininni e Mantegazza – si è rafforzata la nostra convinzione di essere nel giusto quando denunciamo le iniquità contenute nel decreto che ha escluso centinaia di migliaia di lavoratori da qualsiasi forma di ristoro, malgrado abbiano perso milioni di giornate di lavoro a causa dell’emergenza sanitaria. Il governo – aggiungono i segretari – deve ascoltare il grido di rabbia e di dolore che viene da questi lavoratori che oggi si sentono dimenticati dopo essere stati, per tanti mesi, considerati essenziali”.

Tra le altre richieste che Fai-Flai-Uila rivolgono al governo ci sono: l’estensione della Naspi ai dipendenti delle cooperative e dei loro consorzi, il riconoscimento di una cassa integrazione stabile per i lavoratori del settore pesca, l’introduzione della “clausola di condizionalità sociale” nella Politica agricola comune (PAC), la garanzia di tutele per i lavoratori agricoli nelle zone colpite da calamità naturali.