Torino, protesta mercatali: merce esposta, ma non in vendita

Silvano Rittà (Ubat): Supermercati aperti a vendere la stessa nostra merce e noi fermi

APR 7, 2021 -

Torino, 7 apr. (askanews) – Tornano a protestare gli ambulanti e i mercatali dei generi non alimentari contro le restrizioni, prolungate a causa del Covid. Banchi allestiti in diverse piazze e vie di Torino, senza però poter vendere la merce. Fiori, vestiti, abbigliamento, oggetti per la casa sono esposti sui banchi con i cartelli che riportano la scritta “manifestazione”. “Diritto al lavoro”, “Apriamo perché siamo all’aperto”. Un’iniziativa simbolica per richiamare l’attenzione sui problemi della categoria, che coordinata dalle sigle Ubat, Apicast e Goia, prende vita in vari luoghi della città, da Santa Rita a corso Racconigi, da Porta Palazzo a Cit Turin.

“Il Piemonte conta 11mila attività all’aperto”, spiega Silvano Rittà, vice presidente Ubat (Unione battitori ambulanti torinesi) che in piazza Benefica vende fiori. “Sono attività che stanno morendo – aggiunge -. Quest’anno c’è il rinnovo delle autorizzazioni e il 70% di noi ha chiesto di rateizzare il pagamento per mettersi al passo. Dal Governo Conte abbiamo ricevuto poco, dal Governo Draghi nulla. C’è un silenzio assordante perché siamo senza sostegni e nessuno muove un dito”. “E’ incomprensibile che non si possa lavorare al mercato che è all’aperto, mentre i supermercati al chiuso possono vendere la stessa nostra merce, dai jeans all’intimo”, lamenta una commerciante della piazza.

“Nei supermercati gli ingressi sono contingentati, ma una volta dentro le persone si ammassano senza alcun controllo. Noi siamo all’aria aperta ed è più sicuro che al chiuso, perché non possiamo lavorare?”, ribatte Fabrizio Sapienza, presidente del mercato di piazza Benefica. Il mercato rende vivo un quartiere e permette a molti pensionati di arrivare a fine mese perché possono risparmiare sulla spesa”. Le sigle che si hanno indetto la protesta sono Ubat, Apicast, Goia. Ma ci sono molti che hanno aderito e montato i banchi unendosi alla protesta senza essere sotto il cappello di una sigla, come Valentina che vende abbigliamento in Cit Turin. “Lavorare è un diritto, non ce lo possono togliere. Altrimenti come viviamo noi?”.