Mio ristoratori: no violenza ma da oggi riapriamo ristoranti

Vaccino c'è e si chiama lavoro, non abbiamo più soldi

APR 7, 2021 -

Roma, 7 apr. (askanews) – “Condanniamo ogni forma di violenza, poiché siamo imprenditori e non delinquenti. Ieri siamo scesi in piazza per gridare la nostra libertà di lavoro e dignità, perché amiamo produrre lavoro nonostante le infinite difficoltà create dallo Stato”. Paolo Bianchini, presidente di Mio Ristoratori, scesi ieri in piazza a Roma insieme a commercianti, ambulanti e altri lavoratori per chiedere una riapertura certa in sicurezza e risarcimenti per i danni subiti negli ultimi 13 mesi, ricorda sul proprio profilo Facebook le tre richieste avanzata al Governo: blocco degli sfratti, proroga delle moratorie Abi e dei finanziamenti in ripartenza e blocco delle licenze per almeno 3 anni.

Bianchini, che già ieri si era dissociato da ogni forma di violenza dopo le tensioni scoppiate in piazza tra polizia e alcuni manifestanti, spiega che gli incidenti sono stati causati da alcuni esponenti di frange estremiste infiltrati all’interno della manifestazione e, ringraziando le forze dell’ordine “che hanno agito con coscienza” sottolinea: “ieri a Roma non sarebbe dovuto accadere nulla di così forte”, ma i ristoratori si sentono “presi in giro da 13 mesi”, con la “preoccupazione di arrivare a domani, perché il nostro stipendio esiste solo attraverso il lavoro, oramai fermo da mesi”.

Bianchini precisa poi in una nota che “il vaccino per la ‘variante imprese’ c’è e si chiama lavoro. Il comparto dell’ospitalità a tavola, che nel corso di un anno ha ricevuto elemosine, soltanto quelle, è giunto al capolinea. Non ci sono più i soldi per far fronte ai costi fissi, alle tasse, alle spese di mantenimento quotidiano – ribadisce – Non ci sono alternative: lo Stato non può chiedere ai piccoli imprenditori di assistere inermi al proprio funerale. Per questo motivo i ristoratori di Mio Italia, e non solo, da oggi hanno cominciato a riaprire le porte dei loro locali per istinto di sopravvivenza”. Già il 23 marzo scorso Mio Italia aveva annunciato che, dopo Pasqua, i ristoratori aderenti avrebbero provato a riaprire i battenti per fare sentire la propria voce.