Confcommercio Lombardia: misure insostenibili, servono date aperture

Massoletti: da gennaio 65 giorni di restrizioni, blocchi 2 giorni su 3

APR 7, 2021 -

Milano, 7 apr. (askanews) – “Le chiusure sono ormai insostenibili dal punto di vista economico: serve una road map per la riapertura di negozi, bar, ristoranti, mercati. E serve subito”. Così il vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia, Carlo Massoletti, a proposito delle misure per il contenimento del contagio da Covid 19 ancora in essere.

“Le imprese del terziario lombardo non possono più sopportare chiusure indiscriminate e che, in alcuni casi, hanno dato vita a profonde distorsioni tra le stesse attività economiche a fronte di sostegni che, a tutti gli effetti, non sono stati né sufficienti né tempestivi. Dopo un anno e due mesi non è ammissibile che l’unica strada per contenere l’emergenza sanitaria sia, ancora, solo ed esclusivamente la chiusura delle imprese di commercio, servizi e turismo – afferma Massoletti -Questo, peraltro, a fronte anche di una comprensibile esasperazione dei cittadini che hanno voglia di superare blocchi e restrizioni, indipendentemente dalla chiusura delle attività economiche”.

“Le imprese lombarde, solo dal primo gennaio, hanno dovuto sopportare 65 giorni di fortissime restrizioni: in dettaglio 35 giorni di zona rossa e 30 in arancione. Di fatto, un blocco pesantissimo per due giorni su tre – spiega Massoletti – Senza dimenticare che anche la zona gialla incide pesantemente sui fatturati: pensiamo ad esempio alla ristorazione chiusa la sera, o a tutte quelle attività, come ad esempio le palestre, di fatto mai riaperte. Il conto? Anche per difetto, parliamo di non meno di 4 miliardi e mezzo bruciati dal terziario lombardo solo in questa parte del 2021”.

“A ciò bisogna aggiungere il crollo verticale di tutto il comparto dell’accoglienza, con la maggior parte degli alberghi chiusi e fatturati crollati del 90% e la seconda Pasqua trascorsa in lockdown. Il sistema, così, non regge”. Per questo, secondo Confcommercio Lombardia, occorre un piano preciso per le riaperture: “Serve uno scatto, un approccio diverso: dobbiamo andare oltre la logica delle chiusure e non si può più navigare a vista – rileva Massoletti – In altri Paesi è stato offerto un orizzonte preciso. Oggi ci sono i vaccini, abbiamo i protocolli di sicurezza: dobbiamo calendarizzare le riaperture. A tutti gli effetti molte attività possono lavorare nel rispetto assoluto delle normative e nella sicurezza di tutti”.