In un libro una panoramica su futuro Turismo del vino in Italia

Firmato da Dario Stefano e Donatella Cinelli Colombini

APR 6, 2021 -

Roma, 6 apr. (askanews) – Una panoramica sul fenomeno dell’enoturismo in Italia, contestualizzato all’interno di un giacimento vitivinicolo unico al mondo ed una varietà ampelografica di alto valore paesaggistico, naturalistico ed economico-produttivo. Un vademecum su tutto quello che c’e da sapere sulla sua storia ed il suo inquadramento concettuale e normativo, sulla scia soprattutto dell’approvazione del decreto del 12 marzo 2019 che disciplina il settore, sempre più asset strategico per lo sviluppo della vitivinicoltura italiana. Ma anche una guida per gli imprenditori, che ivi trovano raccolti consigli e regole da seguire per collocare la propria cantina tra le wine destination più ricercate e gestire l’enoturismo in una logica di sviluppo economico e sostenibilità ambientale e sociale, tenendo comunque presenti tutte le prescrizioni di sicurezza necessarie in tempo di Covid19.

Questo è, nella sostanza, il fulcro centrale del volume “Turismo del Vino in Italia. Storia, normativa e buone pratiche” (Ed. Edagricole – News Business Media, nella collana “Strategia e Management”) che sarà presentato in diretta venerdì 9 aprile alle 11 sul canale youtube del Senato della Repubblica dalla Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama, alla presenza dei due autori, il Senatore Dario Stefàno, presidente tra l’altro, della Commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato della Repubblica, e Donatella Cinelli Colombini, fondatrice già agli albori degli anni Novanta del Movimento Turismo del Vino.

Alla presentazione parteciperanno anche ovvero il ministro della Cultura Dario Franceschini, il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ed il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli. Tra gli ospiti della presentazione, anche il presidente di Assoenologi nonché presidente dell’Union internationale des Œnologues Riccardo Cotarella.

“Il vino ed in generale l’agroalimentare d’eccellenza sono i locomotori della ripartenza turistica”, anticipa il Senatore Dario Stefàno, estensore della prima normativa sul turismo in cantina facendo esplicito riferimento al ruolo primario dell’agroalimentare come calamita dei visitatori stranieri, ruolo in cui ha addirittura superato l’arte e la cultura, di cui il nostro Paese è ricchissima. “Per questo – aggiunge – un manuale sul Turismo del vino in Italia, dove si insegnano i principi e la pratica della wine hospitality, è importantissimo e permette di trasformare le 25/30.000 cantine italiane aperte al pubblico in propulsori di sviluppo. Esso può diventare il primo mattone di una enorme costruzione che – conclude Stefàno – nell’auspicio di tutti, userà il vino e le eccellenze agroalimentari per una rinascita più veloce, sostenibile e duratura del nostro Paese”.

Nel libro, che si presenta quindi come un mix di teoria e concretezza capace di indirizzare i territori del vino e le cantine verso un futuro importante, si parla non solo di storia e normative ma anche di progettualità in chiave europea. E di come coniugare la ripartenza post Covid con i progetti di Green deal, Farm2Fork e Next Generation attraverso il turismo e l’uso del locomotore vino. Ma soprattutto si parla del vino e delle sue molteplici sfaccettature che ne fanno un elemento strategico per l’economia italiana dai punti di vista sia della cultura, sia turistico, sia della politica agroalimentare.

“Puntare sul turismo del vino come locomotore della ripartenza turistica – puntualizza Donatella Cinelli Colombini, fondatrice del Movimento Turismo del Vino e ideatrice delle giornate di Cantine Aperte, evento di punta per il turismo enogastronomico – significa dare concreta applicazione agli obiettivi europei Next Generation-Recovery. L’enoturismo infatti richiede, soprattutto in questo momento, un ampio uso della tecnologia digitale e di conseguenza richiede un netto miglioramento della connettività nelle campagne. Le prospettive sono di un turismo sempre più lento, diffuso e destagionalizzato, in grado di offrire ai giovani un futuro di vita e di lavoro in campagna ma anche di avvicinare chi produce agroalimentare a chi lo consuma, anche in termini di shopping, accrescendo la cultura alimentare e incentivando scelte nutrizionali più sane e rispettose dell’ambiente”.