Clima, rischio progressiva sommersione coste Sicilia sud-orientale

Ingv, Uniba, Unict: nel 2100 perdita presunta 10 kmq di superficie

MAR 26, 2021 -

Roma, 26 mar. (askanews) – Le coste della Sicilia sud-orientale potrebbero subire una progressiva sommersione, con una perdita presunta di circa 10 kmq di superficie nel 2100, a causa dei cambiamenti climatici del pianeta. Ă quanto emerge da uno studio realizzato nell’ambito dell’ampio progetto Pianeta Dinamico che il Ministero della Ricerca e dell’UniversitĂ  (MUR) ha finanziato all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Lo studio “Relative Sea-Level Rise Scenario for 2100 along the Coast of South Eastern Sicily (Italy) by InSAR Data, Satellite Images and High-Resolution Topography”, svolto dall’INGV in collaborazione con l’UniversitĂ  degli Studi di Bari “Aldo Moro”, con l’UniversitĂ  degli Studi di Catania e con la Radboud University in Olanda, è stato appena pubblicato sulla rivista internazionale â€Remote Sensing’.

“Sappiamo che dal 1880 in poi il livello marino ha iniziato ad aumentare di 14-17 cm ma oggi sta accelerando e sale alla velocità di oltre 30 cm per secolo”, spiega il Prof. Giovanni Scicchitano, associato di Geomorfologia presso il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari. Negli ultimi anni il riscaldamento climatico globale sta causando la fusione dei ghiacci continentali e l’espansione termica degli oceani, come riportato nell’ultimo rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). In esso si illustrano le relazioni tra gas serra, aumento delle temperature globali e aumento del livello marino: fattori che si ripercuotono anche sulle coste della Sicilia.

“In particolare, se non verranno ridotte le emissioni di gas serra, il livello del mare potrebbe salire anche di 1.1 metri nel 2100 e di vari metri nei due-tre secoli successivi, con conseguente impatto sulle coste. Ma quelle basse e subsidenti, cioè dove la superficie terrestre si muove verso il basso per cause naturali o antropiche, possono accelerare il processo di invasione marina. Per queste ragioni abbiamo realizzato uno studio sugli scenari attesi lungo le coste della Sicilia orientale per il 2050 e 2100”, continua il Prof. Scicchitano.

L’area – si legge in una nota di Ingv, Uniba e Unict – è ben conosciuta dal team di ricercatori già dai tempi del terremoto di Augusta del 13 dicembre 1990. In particolare, con studi multidisciplinari gli scienziati hanno realizzato scenari accurati degli effetti attesi causati dai movimenti del suolo e dall’aumento del livello del mare lungo la fascia costiera. Marco Anzidei, ricercatore dell’INGV e primo autore della ricerca afferma: “Abbiamo calcolato le proiezioni dell’aumento del livello marino per differenti scenari climatici e sulla base di vari parametri emessi dall’IPCC o calcolati in questo studio, tra cui l’espansione termica del mare, la fusione dei ghiacci continentali, la concentrazione di gas serra in atmosfera e, infine, i movimenti verticali del suolo. Insieme ai ricercatori INGV Cristiano Tolomei, Christian Bignami ed Enrico Serpelloni, abbiamo valutato le deformazioni del suolo con dati spaziali, informazione indispensabile per realizzare mappe ad alta risoluzione delle aree che saranno potenzialmente allagate nel 2050 e nel 2100. Le analisi hanno seguito le metodologie sviluppate nei progetti SAVEMEDCOASTS e SAVEMEDCOASTS-2, coordinati dall’INGV e finanziati dalla Protezione Civile Europea (DG ECHO), che stanno fornendo nuove informazioni sugli scenari attesi nel Mediterraneo nei prossimi anni”.

(segue)