##Toscana, l’Arno si rafforza e accoglierà 12 impianti idroelettrici

L'esperienza di Inbre alle spalle di Iniziative Toscane

MAR 16, 2021 -

Firenze, 16 mar. (askanews) – Il fiume Arno, per un lungo tratto di 55 Km, da Firenze a Rignano, si rafforza e diventerà, entro due anni, un produttore di energia elettrica pulita pari al fabbisogno di 20 mila famiglie. Il tutto senza mutarne la conformazione, grazie ai 12 impianti “nascosti” che saranno costruiti nel quadro del progetto di recupero di tredici “briglie” o “pescaie”. Era il 2011 quando fu annunciato quello che, secondo la Provincia, allora si doveva chiamare “progetto turbine”, giustamente salutato come “unico in Europa per dimensioni e modalità”. Vari intoppi burocratici e amministrativi dopo, quel progetto prende vita, per un investimento da 80 milioni.

A rendere possibile tutto questo sarà il know how di Iniziative Toscane. Come spiega ad Askanews l’ingegnere Giovanni Parolini, “è un percorso iniziato attorno al 2008. A seguito di vari ricorsi e ad alcune modifiche di legge, siamo finalmente arrivati all’approvazione dei progetti definitivi, l’anno scorso, e di quelli esecutivi di quest’anno, siamo in fase di di partenza”.

“Ora ci saranno l’acquisizione delle aree e la cantierizzazione, poi -continua Parolini- creeremo le condizioni per spostare l’alveo e sistemare le pescaie, dando la priorità alla messa in sicurezza idraulica, e, una volta ripristinato il corso del fiume, iniziare la realizzazione degli impianti completamente nascosti al di sotto del livello dell’alveo. Dal punto di vista paesaggistico sarà ripristinata la situazione antecedente. Sono tutti impianti belli e difficili da realizzare, ma forse l’impianto in San Niccolò a Firenze è quello più suggestivo”.

Alberto Rizzi è il direttore generale della capogruppo Finanziaria di Valle Camonica: “i cantieri, se c’è la possibilità, saranno iniziati più o meno tutti insieme, poi ognuno avrà le sue modalità, anche temporali, ma dobbiamo comunque rimanere nei 24 mesi complessivi. Il nostro gruppo ha in gestione una sessantina di impianti, molti dei quali realizzate lungo le traverse dei fiumi”.

“Il nostro -continua Rezzi- è un gruppo che nasce ne 1983 in Val Camonica, in provincia di Brescia. Iniziative Bresciane è quotata in borsa. Attraverso società di scopo, o di progetto, o direttamente attraverso le proprie competenze, dal 1996 in poi ha continuato a sviluppare questo settore. Certamente il progetto Arno è un fiore all’occhiello. Siamo convinti che le competenze e l’esperienza che ha il gruppo per realizzare questi impianti”.

E con la parte pubblica? “Direi che in Toscana abbiamo trovato una situazione favorevole rispetto ad altre situazioni dove ci sono troppe lungaggini. Qui la parte pubblica si è sempre attivata. Buona parte del progetto -conclude Rezzi- va nella direzione dell’opera pubblica”. Iniziative Toscane è partecipata per il 49% da Iniziative Bresciane (INBRE) e dal 51 da P.A.C. Spa.