8 Marzo, Ciambetti (Veneto): festa senza ipocrisie

"Il dato sulla violenza sulle donne lascia esterrefatti"

MAR 8, 2021 -

Venezia, 8 mar. (askanews) – “La pandemia Covid-19 ha cancellato molte conquiste degli scorsi anni soprattutto nel campo della parità di genere. Troppi indici stanno portando indietro l’orologio della storia”. Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto e coordinatore nazionale della Conferenza delle assemblee legislative regionali e delle provincie autonome, introduce con queste parole la sua “riflessione sulla giornata internazionale della donna, una giornata in cui è difficile e amaro parlare di festa visto quanto ci ripropongono le cronache quotidiane”.

“In Italia – spiega Ciambetti – il dato della violenza sulle donne lascia esterrefatti: non è pensabile che negli ultimi trent’anni il numero di omicidi sia in netto calo, mentre rimane invariato il numero di femminicidi la maggioranza dei quali avviene dentro le mura di casa. Siamo davanti a un arretramento culturale, oltre che morale, inquietante. Troppa violenza e troppa violenza nelle case, all’interno delle relazioni familiari e affettive: per troppe donne la casa e la coppia sono una prigione, un luogo di tortura e questo è aberrante e inaccettabile. Non è un problema solo delle donne – continua Ciambetti – la disparità di genere, la violenza, sono temi che devono interessare e coinvolgere anche i maschi. Nessuno può rimanere indifferente davanti a quanto sta accadendo. E il coinvolgimento è necessario dopo questo primo anno di Covid che ha visto le donne, spesso in prima fila negli ospedali e nei luoghi di cura come a casa, dottoresse, infermiere ma anche madri, moglie, figlie pronte a curare e seguire pazienti o familiari. Ciò non di meno proprio le donne hanno pagato un elevatissimo prezzo in termini occupazionali: a dicembre 2020 il tasso di occupazione femminile è sceso a 48,6% perdendo 1,4 punti percentuali. Quello maschile ha perso invece 0,4 punti percentuali attestandosi al 67,5%. In un anno le donne hanno visto volatilizzarsi ben 312 mila posti di lavoro, con una flessione del 3,2% portando il nostro Paese agli ultimi posti della classifica europea per l’occupazione femminile. A pagare di più le occupate autonome e le lavoratrici a tempo determinato. Basterebbero questi dati per dire che quest’anno l’8 marzo non c’è molto da festeggiare, ma moltissimo su cui riflettere”.