Clima, Mercalli: in un secolo ghiacciai delle Alpi ridotti del 60%

Climatologo: tecnologie e stili di vita per ridurre emissioni

MAR 5, 2021 -

Roma, 5 mar. (askanews) – “I ghiacciai che coprivano le Alpi si sono ridotti del 60% in un secolo, e le proiezioni indicano che entro questo secolo le Alpi saranno prive di ghiaccio. Avremo solo residuali cappuccetti bianchi sulle vette oltre i 4000 metri. Questo rappresenta un problema per la disponibilità di acqua, i ghiacciai sono la nostra riserva di acque estiva, e avrà delle ripercussioni ad esempio dal punto di vista turistico”. L’allarme arriva da Luca Mercalli intervistato dal docente dell’Università di Parma Alessio Malcevschi, sul Goal numero 13 dell’Agenda 2030, “Lotta contro il cambiamento climatico” nell’ambito della rassegna di interviste online “UNIPR On Air”, dedicata per questo nuovo ciclo all’Agenda 2030 ONU e ai suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals).

Mercalli ha detto chiaramente che è ora di invertire drasticamente la rotta. “Le montagne – ha osservato – sono un po’ le sentinelle del cambiamento climatico. E dovrebbero incitarci ad agire, mentre queste cose vengono guardate come la classica curiosità: si guarda la foto del ghiacciaio cento anni fa e oggi… Ma anche chi si trova davanti a quel panorama non collega che magari la causa è il SUV con cui è arrivato fino in montagna a guardare quel luogo. Manca la connessione tra il gesto individuale e il risultato globale”.

“La diagnosi del sistema climatico mondiale purtroppo è assai grave: si tratta di una intossicazione da eccesso di gas a effetto serra. Attualmente in atmosfera abbiamo una quantità di gas a effetto serra, e in particolare CO2, di circa 417 parti per milione; il valore massimo che per oltre 3 milioni di anni non si è mai superato sulla terra è di 300 parti per milione. Essendo noi oggi a 417 stiamo inaugurando un’epoca nuova che l’umanità non ha mai conosciuto, cioè abbiamo un pianeta che rischia in questo secolo di trasformarsi in maniera inedita per l’uomo”, ha spiegato Luca Mercalli.

Che ha aggiunto: “Il livello del mare sta aumentando in tutto il mondo di 3 millimetri e mezzo l’anno: a fine secolo, se non facciamo nulla, sarà un metro e venti. Uno studente di oggi quando sarà anziano si troverà un delta del Po e una Venezia totalmente inabitabili: e questo nello spazio di una vita. Ci sono tempi brevi, e l’adattabilità tanto invocata dovrà avvenire in uno spazio molto ridotto. È difficile adattarsi quando i cambiamenti sono così drastici e così rapidi”.

“La diagnosi ci ha detto che il riscaldamento globale è in atto e che peggiorerà sempre di più, come una febbre, in ragione di quanto noi inquineremo. La causa ormai è assolutamente chiara: è l’aumento dei gas a effetto serra che produciamo noi con l’utilizzo delle risorse fossili in particolare ma anche a causa di scorrette pratiche agricole, deforestazione così via… La terapia quindi – ha detto Mercalli – deve essere una rapida diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra. L’accordo di Parigi dice proprio questo: cerchiamo di rimanere in un aumento non superiore ai 2 gradi in questo secolo, perché oltre i 2 gradi entriamo in una fascia di cambiamenti catastrofici che sarebbe bene evitare con tutte le nostre forze. Dobbiamo diminuire la nostra pressione sull’ambiente in tempi brevi perché abbiamo perso tempo prezioso prima: in chiacchiere, in negazione, in indifferenza”.

Gli strumenti ci sono: occorre utilizzarli già ora con decisione, convinzione e costanza: “Dobbiamo passare alle energie rinnovabili, dobbiamo risparmiare energia ed essere più efficienti nell’uso, dobbiamo ovviamente pensare ai nostri trasporti. La pandemia ci ha dimostrato che usando il digitale si risparmiano emissioni. Tecnologia e stili di vita possono ridurre emissioni climalteranti”.