Estradato dagli Usa il killer della mafia Freddy Gallina

Atteso oggi l'arrivo a Fiumicino del 44enne

MAR 4, 2021 -

Milano, 4 mar. (askanews) – Ferdinando Gallina, detto Freddy, classe 1977, colpito da tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e ritenuto colpevole di tre omicidi aggravati dalla finalità mafiosa, appartenente a “Cosa Nostra”, rientra finalmente in Italia dopo una battaglia per ottenere la sua estradizione durata quasi 5 anni. E’ infatti previsto oggi a Fiumicino l’arrivo del 44enne, considenrato uomo d’onore della famiglia mafiosa di Carini e killer della mafia nonche braccio destro del boss Salvatore Lo Piccolo per la Sicilia occidentale, ed in particolare per la provincia di Palermo.

Gallina fu arrestato per la prima volta nel 2008 nell’ambito dell’indagine “Addio Pizzo” del Nucleo investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Palermo. Dopo un periodo di detenzione, alla fine del 2014, era stato scarcerato e sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Carini, nel Palermitano, per poi rendersi irreperibile dal gennaio del 2016. Gli investigatori dei Carabinieri lo indivudarono negli Stati Uniti dove, in effetti, venne nuovamente arrestato nel novembre 2020 da personale dell’FBI e dell’Immigration Custom Enforcement di New York perchè irregolare sul territorio statunitense, dove era entrato con falsi documenti dal Canada.

Nel frattempo, a Palermo scattarono altre tre ordine di arresto nei confronti del latitante, ritenuto responsabile di tre omicidi aggravati dalla finalità di agevolare Cosa Nostra commessi nel biennio 1999 e 2000. Nel 2017, il Ministero della Giustizia italiano, informato dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia che Gallina era stato rintracciato a New York, ne aveva richiesto l’estradizione in Italia. Negli Usa, tuttavia Gallina agì da personaggio di primo piano della mafia siciliana, avvalendosi di una difesa tecnica di altissimo livello che ha utilizzato ogni strumento giuridico previsto dalla legislazione americana per impedire il suo rientro in Italia.

Nel gennaio del 2020 anche il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, che si trovava in missione a New York e Washington, ha affrontato il caso con le massime autorità locali statunitensi tra cui il Ministro della giustizia, i direttori di Dea e Fbi, i due Procuratori distrettuali di New York (Manhattan e Brooklyn) e vari responsabili delle Agenzie Onu che si occupano di cooperazione internazionale in materia penale. Sono serviti 5 anni per ottenere l’estradizione del latitante. Settimana scorsa personale dello Scip è volato a New York per chiudere definitivamente il cerchio su Gallina, grazie anche all’esperto per la sicurezza italiana a New York che ha affiancato l’Fbi sul campo, seguendo da vicino tutti gli sviluppi giudiziari e investigativi del caso.

fcz/sam