Padre Occhetta: l’amicizia, valore sociale per guardare lontano

Articolo del docente e coordinatore di Comunità di connessioni

FEB 28, 2021 -

Milano, 28 feb. (askanews) – “L’amicizia è spesso considerata una forma limitata di amore, un sentimento molto più debole e non impegnativo. È certamente meno celebrata e cantata rispetto all’amore, ma nella vita di ogni persona si rivela come una dimensione indispensabile, soprattutto nei momenti di crisi in cui ci si chiede: quale senso avrebbe la mia vita senza i miei amici?” Lo scrive in un lungo articolo online Padre Francesco Occhetta, docente della Pontificia Università Gregoriana e coordinatore progetto “Comunità di connessioni”.

“I veri amici, in senso aristotelico, si offrono reciproci benefici; per dirlo con le parole del filosofo greco ‘è proprio dell’amico piuttosto fare il bene che riceverlo, è proprio dell’uomo buono e della virtù il beneficare’. Secondo Aristotele una delle ragioni per cui vale la pena coltivare amicizie sarebbe avere persone a cui fare del bene”.

“L’amicizia si mostra dalle piccole cose, senza bisogno di essere spiegata. È stato scritto che l’amico ‘è colui che ci rende giustizia’, senza essere però tribunale e giudice delle nostre azioni. Due amici possono avere cammini molto diversi, fino ad evolvere in direzioni religiose o politiche diverse, ma la forza sta nell’accogliere tali cambiamenti come un’occasione . L’amico non è soltanto colui che mi arricchisce, può essere anche colui che mi interroga, mi critica, mi rende più povero. Potrà essere che viene a ricordarmi che il mio itinerario non è l’unico possibile e che, proprio a partire da ciò che ci unisce, sono possibili altre scelte spirituali, intellettuali o esistenziali”.

“Questa ‘avventura esistenziale’ è anche la luce e il sapore delle relazioni sociali e politiche. Ne ribalta le logiche perché nello spazio pubblico, tra politici o colleghi, ci si allea con altri per far fronte a nemici comuni, rischiando di vivere sempre ‘contro’ e mai in ‘favore’ di qualcosa e qualcuno. Ciò che trasforma profondamente una società sono esattamente le caratteristiche intrinseche dell’amicizia: la fedeltà, l’accoglienza, la parità, la benevolenza e la gratuità. Ma esiste anche un’altra peculiarità dell’amicizia: la presenza, un gesto capace di andare al di là di qualsiasi parola”.

“La banalità del male, invece, inizia quando si nega l’amicizia sociale: omissioni e gesti, parole e alleanze perverse, anche se in apparenza innocue, possono essere come la fiamma di un fiammifero che, una volta innescata la miccia, è capace di devastare intere foreste”.