Coronavirus, imprese di nozze: vogliamo lavorare

Flash mob "Insieme per il Wedding". Ieri eventi in tutta Italia

FEB 27, 2021 -

Roma, 27 feb. (askanews) – “Vogliamo lavorare”. È questo il leitmotiv che ha fatto da sfondo, ieri mattina in Piazza Università a Catania, alla manifestazione pacifica, coordinata dal movimento spontaneo partito dalla Sicilia, Italian Wedding Industry, che ha aderito al flash mob nazionale “Manifestiamo tutti in piazza”, del comitato promotore “Insieme per il Wedding”. Coinvolte in contemporanea anche le città di Ascoli Piceno, Bergamo, Bologna, Cagliari, Caserta, Cuneo, Milazzo, Nuoro, Padova, Pescara, Roma, Sassari e Udine. Alla giornata siciliana hanno preso parte molte associazioni ed imprenditori tra cui “Afps” – associazione fotovideografi professionisti siciliani, “Partite Iva – insieme per cambiare”, “Associazione autonomi e partite Iva” e “Gamelia, associazione eventi”.

Striscioni e cartelli sventolati ancora una volta, per ribadire con decisione le richieste d’aiuto e la necessità di date certe per fare ripartire il comparto del matrimonio e degli eventi “completamente ignorato dal Governo nazionale da un anno”. Centinaia di imprenditori, uniti più che mai, in rappresentanza delle varie categorie, sono stati ascoltati dal sindaco di Catania Salvo Pogliese.

“Oggi – ha dichiarato Umberto Sciacca di Italian Wedding Industry – siamo presenti in piazza perché davvero stremati. Vogliamo manifestare il nostro disagio e disappunto sul fatto che il Governo nazionale ha abbandonato l’intera filiera wedding, a cui è stato vietato di lavorare e di festeggiare matrimoni dal marzo 2020. Sulla testa di noi imprenditori e su quella delle nostre famiglie, gravano le spese relative ad affitti, bollette e stipendi dei dipendenti che comunque abbiamo dovuto continuare a pagare, restando aperti, ma senza vendere e soprattutto senza ottenere alcun ristoro, a causa dei codici ateco dimenticati – aggiunge Sciacca -. Parlo a nome di tutti gli atelier di abiti da sposo e sposa che hanno gli armadi pieni di abiti con lustrini e paillettes, per i catering che hanno dovuto buttare tonnellate di cibo dentro i loro frigoriferi o per i fotografi che sono stati lasciati da soli, ma gli esempi sarebbero ancora tantissimi. Adesso ci siamo indebitati e i futuri sposi brancolano nel buio, senza poter stabilire una data certa e fare degli investimenti. Ecco perché chiediamo aiuto: vogliamo tornare a lavorare, rassicurare i nostri sposi che non ci saranno ulteriori slittamenti, dato che hanno già spostato il loro giorno del ‘sì’ dal 2020 al 2021”. (Segue)