Caso Sceri, legale famiglia: a Pisa per giustizia e verità

Ieri in tarda serata la decisione della Cassazione su competenza

FEB 24, 2021 -

Roma, 24 feb. (askanews) – “Andremo a Pisa perché ti venga riconosciuta giustizia e verità”. Così scrive su Facebook il difensore della famiglia di Emanuele Sceri, l’avvocato Ivan Albo. Ieri in tarda serata la Cassazione ha risolto il conflitto di giurisdizione in favore del giudice di Pisa – continua il penalista – ed “ha affermato un principio essenziale di questa accusa: la contestazione dell’omicidio è aggravata fino all’ergastolo perché i motivi dell’assalto e conseguente uccisione di Lele sono stati ‘abietti e futili’. Insomma quegli ‘atti di nonnismo’ furono causa e movente di quella vile aggressione”.

Questo è – aggiunge Albo – “passaggio essenziale dell’accusa che abbiamo difeso con forza davanti alla Suprema Corte e non certo perché parteggiassimo per l’una o per l’altra Procura procedente (militare o ordinaria che fosse), che ringraziamo indistintamente per le energie investigative profuse.

Ma “è passaggio essenziale nell’accertamento della verità perché spiega, una volta per tutte, da cosa sia stato sopraffatto quella sera Emanuele: dalla prevaricazione violenta ed omertosa di una militarizzazione deviata che anche lo Stato intende perseguire ed abbattere in ogni sua forma”.

“E’ prevaricazione oltre quell’abuso dell’autorità militare (dei tre caporali imputati, insomma) che intendeva contestare e perseguire penalmente la Procura Militare. Quella ai danni di Lele fu, solo e drammaticamente, prevaricazione fine a se stessa, pervicace e reiterata, in una cadenza drammatica di eventi che narrano di una degenerazione umana ed emotiva che non poteva essere racchiusa negli angusti spazi di un presunto atteggiamento spavaldo di alcuni graduati ai danni di una recluta”.

“Lelle venne ucciso perché ai ‘nonni’ si obbedisce comunque! Siamo un Paese civile che vuole e deve riappropriarsi della propria Identità perseguendo Giustizia e Verità difronte a gesti vili come questo. Avanti così #giustiziaperlele”.