Roma, Atac: ascensore Termini guasto per infiltrazioni d’acqua

La risposta dopo l'odissea di un utente con disabilità

FEB 23, 2021 -

Roma, 23 feb. (askanews) – Atac corre ai ripari rispetto alla testimonianza dell’avvocato portatore di disabilità Dario Dongo che ha denunciato la difficoltà di accedere alla metropolitana con la sua sedia a rotelle. In una nota l’azienda spiega che “ha svolto immediati accertamenti sul grave disservizio occorso ieri a un viaggiatore con disabilità, col quale l’azienda si scusa, rimasto bloccato all’interno della stazione Termini per la disattivazione di un ascensore. E’ stato accertato che la criticità è stata determinata da alcune infiltrazioni d’acqua dall’esterno, che hanno reso necessario la chiusura dell’impianto per ragioni precauzionali. L’azienda si è subito attivata con interventi specifici e conta a breve di risolvere la problematica”. Atac, assicura di “essere impegnata quotidianamente per migliorare l’accessibilità delle proprie infrastrutture” e racconta ancora che “a partire da maggio 2019, infatti, sono state eseguite 175 revisioni speciali e 81 revisioni generali, tra cui molti impianti del nodo di scambio di Termini. Sono stati sottoposti a mirati interventi straordinari da parte del costruttore circa 20 impianti nel tratto centrale della Linea A ed è stato supervisionato da parte del costruttore l’intero parco scale mobili della Linea C. Si sta lavorando, inoltre, all’apertura al pubblico di sei ascensori della Roma-Viterbo. Fra le attività in corso, si segnalano la gara in fase di aggiudicazione per la fornitura e l’installazione di due ascensori presso la stazione San Giovanni della Linea A e la redazione di un capitolato per sostituire tutti i servoscala, dato che quelli attuali sono risultati poco efficienti”. L’azienda ricorda infine “che non sempre la chiusura di un impianto è determinata da un guasto o da eventi sotto il diretto controllo di Atac. Sul totale di 656 impianti al servizio del pubblico, infatti, circa l’8%, 50 impianti, sono fermi per la limitazione dei percorsi imposti dall’emergenza sanitaria. Altri 48, pari al 7%, sono fermi perché a fine vita tecnica e in corso di sostituzione”.