Covid, in reparti medicina interna adesione di massa a vaccinazioni

Risposta immunitaria nel 100% dei casi. Indagine Fadoi

FEB 23, 2021 -

Roma, 23 feb. (askanews) – Medici e infermieri dei reparti di medicina interna dicono si in massa al vaccino anti-Covid, che nella versione Pfizer-Biontech alza una barriera anticorpale nel 100% degli immunizzati, con effetti collaterali nel 37% dei casi, ma limitati quasi sempre a sintomi come dolore nel sito dell’iniezione, malessere generale, astenia, mialgie e artralgie, quasi sempre in forme lievi. E se lo scudo funziona contro il virus un passo indietro lo fa anche lo stress da pandemia, che in questi mesi ha messo a dura prova i nervi dei nostri operatori sanitari, generando, difficoltà di concentrazione ansia e preoccupazione e in percentuali non irrilevanti.

A far emergere il quadro è l’indagine sulla vaccinazione dei sanitari condotta da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri, che hanno assistito nell’anno pandemico oltre il 70% dei pazienti Covid. A fornire le risposte è stato un campione rappresentativo di 1.022 operatori sanitari, dei quali il 60,2% dirigenti medici, il 24,6 infermieri, il 6,3% specializzandi. Tra i dirigenti medici il 58% afferisce all’area di Medicina interna.

Il 20% degli intervistati ha già contratto il Covid, a riprova dell’ampia esposizione al rischio della categoria. Il 73% ha avuto sintomi che non hanno però richiesto il ricorso al ricovero, necessario invece per il 7% dei casi. Ma le conseguenze dell’epidemia non si misurano solo in termini clinici, bensì anche psicologici. Il 58% è preoccupato per se e i propri cari anche solo se si tratta di uscire di casa. La preoccupazione per presente e futuro è del 55,9% degli intervistati, che nel 45,5% dei casi accusa un senso di isolamento. L’effetto a cascata dell’ansia da pandemia riguarda però anche comportamenti e difficoltà che vanno a inficiare il livello di sicurezza delle prestazioni sanitarie offerte. È il caso dello stato di irritabilità ed ansia che colpisce il 49,3% dei sanitari, la difficoltà di concentrazione comune al 19% di loro. Ma anche la difficoltà di memorizzazione accusata dal 12,5% dei professionisti sanitari.

Massiccia dunque l’adesione di medici e infermieri alla campagna vaccinale, alla quale il 99% dichiara di aderire, mentre il 95% del campione ha affermato di aver già assunto la prima dose. Una percentuale più alta di quell’abbondante 80% rilevato dalla struttura commissariale, spiegabile con il fatto che a rispondere alla survey sono stati soprattutto coloro che il vaccino lo avevano già fatto. Prima di accettare il vaccino (nel 99% dei casi quello Pfizer), quasi tutti si sono documentati, nel 78,8% dei casi attraverso articoli scientifici, nel 22,7% attraverso webinar dedicati. Il 51,4% si è affidato alle opinioni di colleghi esperti, il 20,3 a media e social.