Olio, Coldiretti Puglia: serve stretta su uso sansa per biogas

Sostenere la svolta green per la filiera olivicola-olearia

FEB 19, 2021 -

Roma, 19 feb. (askanews) – Serve una stretta per rafforzare l’alleanza strategica con i produttori di agroenergia e gli impianti di biogas per garantire la certezza e la continuità del ritiro delle sanse e sostenere la svolta green della filiera olivicola- olearia. E’ quanto sostiene Coldiretti Puglia, in seguito alla richiesta di Unaprol di un incontro al Mise per valorizzare la filiera olivicola-olearia italiana in un’ottica di sostenibilità ambientale ed economica che non può prescindere dalla definizione di un piano strategico che regoli e promuova la gestione green dei sottoprodotti derivanti dalla lavorazione delle olive.

La destinazione energetica garantisce infatti certezza, capillarità e continuità del ritiro della sansa umida che – aggiunge Coldiretti Puglia – se non viene allontanata nel giro di 24 ore, causa il rallentamento dell’attività dei frantoi con l’aggravio dei costi, il peggioramento della qualità delle olive in giacenza e il rallentamento della raccolta in campo. “L’utilizzo delle sanse umide a fini energetici va garantita a beneficio dell’intera filiera olivicolo-olearia, per la evidente stretta sui costi a carico delle imprese, la netta riduzione dell’impatto ambientale, più alti livelli qualitativi dell’olio e il miglioramento delle rese produttive”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Per questo Unaprol è pronta a lavorare a fianco del Mise in questa direzione per sanare le criticità emerse riguardo alla destinazione della sansa vergine a fini energetici, con gli peratori del settore ben consapevoli delle potenzialità ambientali ed economiche connesse al rafforzamento dall’alleanza strategica tra gli attori della filiera. Per Muragia occorre valutare attentamente tutte le azioni che rischiano di impedire tale sinergia onde evitare il rallentamento dell’attività di frangitura per la prossima campagna di raccolta con relativo aggravio di costi, peggioramento della qualità delle olive in giacenza, rallentamento della raccolta e perdita di un’importante opportunità di natura ambientale, attraverso l’adozione di soluzioni virtuose dal punto di vista economico ed ambientale, a sostegno – insiste Coldiretti Puglia – di un asset strategico dell’agroalimentare italiano, la filiera olivicolo-olearia che vale oltre 1,2 miliardi di euro nella sua fase agricola e 3 miliardi in quella industriale.