Compie 60 anni Pinot Grigio Santa Margherita,icona bianco italiano

Dal mercato italiano al mercato mondiale, è il bianco più importato

FEB 16, 2021 -

Roma, 16 feb. (askanews) – Compie 60 anni il Pinot Grigio Santa Margherita. Il Pinot Grigio è diventato il varietale simbolo del vino bianco italiano nel mondo e quello firmato Santa Margherita è diventato iconico e ha contribuito allo sviluppo dell’enologia italiana, rivoluzionandone sia il mercato nazionale che internazionale. Ogni giorno, sono più di tremila le bottiglie di Pinot Grigio Santa Margherita stappate nel mondo; una storia di successo targato Made in Italy che affonda le sue radici nel secolo scorso.

Tutto è iniziato verso la fine degli anni Cinquanta quando, in anticipo sulle future tendenze, il visionario e lungimirante Conte Gaetano Marzotto si mise alla ricerca di una nuova tipologia di vino che uscisse dal cliché, capace di distinguersi per originalità, peculiarità sensoriali e forte richiamo al binomio vitigno-territorio. Le ricerche del connubio perfetto tra terroir e vitigno condussero il Conte e il suo team di enologi in Trentino-Alto Adige: il terroir ideale per la produzione di uve che contenessero in potenza il carattere fresco e fruttato con cui si desiderava caratterizzarne il profilo. Fu la sapienza degli enologi a individuare il varietale che potesse esprimere al meglio le caratteristiche pedo-climatiche del territorio, ma la vera rivoluzione fu l’intuizione brillante quanto rivoluzionaria del Conte: la vinificazione in bianco delle delicate uve Pinot Grigio, eliminando ogni contatto tra mosto e bucce, trasformando così un vino dal colore ramato in un vino bianco brillante, elegante ed intenso, unico nel suo genere.

Correva l’anno 1961 e il Pinot Grigio Santa Margherita faceva il suo debutto sul mercato italiano: il favore del pubblico fu immediato. Abituata fino a quel momento a fare una semplice distinzione tra vini bianchi, rossi e rosati, l’Italia apprezzò fin da subito la bevibilità e la fragranza di questo vino-novità, che si distingueva per un nuovo modo di interpretare non solo le uve Pinot Grigio ma anche il vino bianco in genere. Grazie al Pinot Grigio Santa Margherita si diede così avvio a un cambiamento radicale nelle abitudini di consumo, dal vino-alimento al vino-piacere. Il processo favorì la democratizzazione del vino, permettendo a nuovi consumatori – come le donne – di avvicinarsi a questo mondo, scommettendo su un pubblico che nelle decadi a seguire avrebbe giocato un ruolo sempre più determinante nelle scelte di acquisto. Il Pinot Grigio Santa Margherita è stato il primo, l’originale, l’apripista che ha saputo conquistare il favore dei consumatori, parlando di futuro e innovazione.

Il successo italiano lasciava intravedere ottime opportunità anche oltre confine, dove venne sapientemente esportato a partire dagli anni ’70: il Pinot Grigio Santa Margherita dimostrò al mondo intero che l’Italia poteva offrire vini sexy, perfettamente coerenti con l’evoluzione delle società e del gusto moderno. Il 1979 fu l’anno della grande svolta: con l’incoronazione a ‘vino bianco migliore d’Italia’ in una degustazione alla cieca gli vennero spalancate le porte del grande mercato statunitense dove si affermò nel giro di pochi anni, diventando un vino icona e alimentando una fedeltà al marchio senza precedenti. A conquistare i winelover furono la freschezza, la bevibilità e la sua straordinaria capacità di abbinamento.

Oltreoceano il Pinot Grigio Santa Margherita è ancora oggi il vino bianco italiano maggiormente importato e apprezzato, anche dalle star. Non è raro infatti trovarlo in compagnia di celebrities del calibro di Rihanna o Kylie Jenner, Jon Bon Jovi o Drake, che gli dedica perfino alcune rime nei testi delle sue canzoni più celebri.

Un sogno, quello del Pinot Grigio, reso grande anche da best practice adottate sia in vigna che in cantina, come la tutela della biodiversità, la riforestazione e l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, nella convinzione che tutto ciò che deriva da un ambiente salubre, condotto con saggia misura nel rispetto dei cicli vitali, porti con sé un valore unico. Attenzione particolare è stata rivolta al chilometro zero, che vede oggi la produzione di oltre il 90% delle bottiglie nella vetreria a pochi passi dal cuore della vinificazione e al programma di “carbon neutrality”, che certifica da sette anni l’azzeramento dell’impronta carbonica di quasi 2 milioni di bottiglie di Pinot Grigio prodotte annualmente.