Sardegna, sindacati uniti: no alla privatizzazione di Abbanoa

Un intervento congiunto di Filctem Cgil, Ferma Cisl e Uiltec Uil

FEB 15, 2021 -

Cagliari, 15 feb. (askanews) – “Se l’intento è portare Abbanoa alla privatizzazione con il tentativo di dichiararla, per la prima volta, in perdita, lo contrasteremo con tutte le nostre forze”. Così i segretari regionali Filctem Cgil Francesco Garau, Ferma Cisl Marco Nappi e Uiltec Uil Pierluigi Loi in vista dell’assemblea dei soci di martedì, dalla quale si aspettano chiarezza e certezze sul futuro della più grande realtà industriale controllata dalla Regione Sardegna.

Un cambio netto quindi, visto che “dopo otto mesi all’insegnamento del cda voluto dal presidente Solinas, ci ritroviamo davanti a una società sull’orlo del precipizio, con la speranza che non affondi totalmente, nell’interesse dei lavoratori e della collettività”. E allo stesso presidente della Regione e alla maggioranza, così come ai componenti dell’Assemblea dei soci, le categorie chiedono “di rispettare i mille trecento lavoratori e gli stessi cittadini sardi per far sì che un bene come l’acqua rimanga nel perimetro della gestione pubblica”.

I sindacati sottolineano che le scelte assunte dal cda con gli obiettivi dichiarati di traghettare Abbanoa in una condizione di serenità dal punto di vista delle aspettative industriali e colmare le carenze gestionali finanziarie e organizzative, non hanno prodotto i risultati attesi. Nel frattempo, “i vertici dell’azienda hanno operato senza confrontarsi con le organizzazioni sindacali, nonostante i pesanti riflessi che si sono scaricati sulle spalle dei lavoratori proprio in virtù delle scelte fatte o dell’assenza di scelte, per giunta, in un contesto così difficile come l’emergenza sanitaria”.

I sindacati infatti, hanno cercato ripetutamente di riavviare quel confronto che era venuto a mancare durante i lunghi mesi in cui il presidente Solinas e la sua maggioranza tentavano di trovare uomini all’altezza del compito, con continui rinvii dell’Assemblea dei soci. “Tutto questo – denunciano i segretari Filctem, Femca e Uiltec- ha generato una continua riduzione dell’attività di gestione del personale e il conseguente incremento del deficit di organico; la gestione dello smart working (forzatamente e convenientemente utilizzato per gestire il lungo periodo pandemico) non è stata adeguata, il contratto è inapplicato nelle parti che riguardano l’allineamento professionale. Non si parla proprio del doveroso riconoscimento di un premio di risultato in virtù dell’enorme sforzo compiuto per colmare le inefficienze organizzative e gestionali in diversi settori. E poi, non c’è stato un intervento utile a rafforzare i servizi essenziali come la distribuzione e la potabilizzazione, che sono stati garantiti solo grazie al senso di responsabilità e di abnegazione dei lavoratori”.