Al via Clean pistachio, per valorizzare produzione siciliana

Messa a dimora di 150 piante per la fase sperimentale

FEB 15, 2021 -

Roma, 15 feb. (askanews) – Con la messa a dimora di 150 piante di pistacchio nel terreno dell’azienda agraria dell’I.I.S “Benedetto Radice” comincia una prima fase sperimentale del progetto Clean Pistachio, finanziato dalla sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014-2020. Il progetto sarà illustrato mercoledì 17 febbraio ad Adrano. Ente capofila è la cooperativa produttori pistacchio Smeraldo Bronte.

Il terreno, oggetto delle attività del progetto CleanPistachio, di 5 mila metri quadrati è stato precedentemente definito e delimitato in 4 particelle dove sono stati trapiantati quattro diversi cloni di pistacchio. Prima del trapianto sono stati effettuati lavori di sistemazione delle terrazze con livellamento delle stesse e concimazione di fondo al fine di rendere più fertile il terreno. La parcellizzazione del campo consentirà di mettere a confronto le piante inoculate con i “testimoni” del confronto.

Il progetto CleanPistachio ha lo scopo di valorizzare sia le colture (biologiche, convenzionali e DOP) sia i prodotti trasformati. Per fare ciò, i 9 partner del progetto (la “Cooperativa Produttori Pistacchio Smeraldo Bronte”, 6 aziende agricole siciliane e il Dipartimento Di3A dell’Università di Catania, oltre lo stesso istituto di Bronte) nel corso dei tre anni di attività sperimenteranno tecnologie innovative a ridotto impatto ambientale che possano rendere la gestione della coltura ecocompatibile e sostenibile, in modo da ottenere un prodotto finito di elevata qualità.

La realizzazione di questo progetto di cooperazione consentirà, oltre che a consolidare i rapporti tra le imprese agricole, gli enti e le strutture di ricerca, anche a trasferire dal mondo della ricerca le innovazioni che meglio rispondono ai bisogni reali delle imprese. La coltivazione del pistacchio rappresenta una unicità nel territorio di Bronte, la cui superficie è caratterizzata per il 90% da un terreno vulcanico, che da un lato gode di ottima fertilità ma dall’altro è per larga estensione roccioso. Ciò rende difficilissimo l’uso di macchinari che consentirebbero di abbassare i costi di produzione. Questa, insieme ad altre difficoltà strutturali, rendono la redditività della pistacchicoltura etnea, che pure continua a rappresentare una preziosa fonte di occupazione e di reddito per la locale popolazione, esposta a continui rischi di crisi economica. Svariati studi, tuttavia, hanno dimostrato come tecniche di coltivazione ecocompatibili, possano risultano meglio adattarsi alle condizioni socio-strutturali ed ambientali nelle quali la pistacchicoltura si esercita.

Il progetto non coinvolge solo azienda pistacchicole etnee, infatti, da un punto di vista tecnico-produttivo, ma tutto il comparto al quale saranno trasferite innovazioni di processo e di prodotto che permetteranno di ottenere una produzione “eco-friendly”. I vantaggi saranno sia tecnici in quanto si otterrà una migliore qualità del prodotto, grazie ad una sensibile riduzione o eliminazione di composti di sintesi, che economici grazie ad una riduzione dei costi di produzione.