Mons. Paglia (Vaticano): bisogna cambiare le case di riposo

Martedì documento sulla condizione degli anziani dopo la pandemia

FEB 9, 2021 -

Città del Vaticano, 8 feb. (askanews) – Riqualificare le case di riposo per evitare che gli anziani vengano sradicati dal loro habitat. E’ il senso del documento “La vecchiaia: il nostro futuro. La condizione degli anziani dopo la pandemia”, che viene presentato martedì dalla Pontificia Accademia per la vita.

Bisogna “riorganizzare l’assistenza agli anziani ponendo al centro la persona dell’anziano partendo dalla assistenza domiciliare e accompagnandolo secondi i bisogni che via via emergono approntando un continuum assistenziale, sapendo che c’è bisogno non solo di assistenza sanitaria ma anche sociale”, spiega mons Vincenzo Paglia, presidente dell’organismo vaticano nonché della commissione istituita in piena pandemia dal ministro italiano dela Salute Roberto Speranza sulle residenze per anziani (Rsa). “E il cuore della proposta – ha spiegato Paglia ad Avvenire anticipando il senso del documento – è che l’anziano possa restare là dove sempre ha vissuto. Se c’è bisogno di ulteriori cure si approntano luoghi adeguati. Ma l’intento è sempre quello di tornare nei luoghi abituali, dove hanno vissuto una vita. È sempre un trauma essere sradicati. Lo è per gli alberi, quanto più per le persone! Certo, le famiglie vanno aiutate a custodire e sostenere i propri anziani. Fa bene a tutti. Soprattutto oggi: per la prima volta nella storia vivono assieme quattro generazioni. È una grande conquista. Non sprechiamola. I progressi della medicina e della scienza hanno allungato la vita. Ed è un gran bene. Ma guai se poi la scartiamo rinchiudendo gli anziani nella tristezza della solitudine e dell’abbandono! È indispensabile tessere una vera e propria alleanza tra le generazioni: tra ragazzi, giovani, adulti, anziani. È una ricchezza! Ma dobbiamo sceglierla e farla fruttare”.

Quella degli anziani è “una drammatica attualità, rilanciata dalla pandemia che ha colpito di più in questa fascia debole della popolazione. La più debole ma tanto ricca di umanità, esperienza, spiritualità. Ed anche la fragilità della vecchiaia è una lezione da apprendere. In ogni modo va contrastata quella ‘cultura dello scarto’, che il Papa chiede e richiede”, afferma l’arcivescovo, che sottolinea come il documento presentato e la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani istituita la scorsa settimana dal Papa vadano in questo senso.