Frankly, startup del tè con le bolle che conquista palati italiani

Aperture +75% nell'anno Covid, in 2021 stima raddoppio fatturato

FEB 9, 2021 -

Milano, 8 feb. (askanews) – Lo chiamano tè con le bolle. E’ l’ultima novità in fatto di passioni alimentari, arrivata da Taiwan dove è nata negli anni ’80. Il Bubble tea, bevanda prevalentemente a base di tè freddo, latte e perle di tapioca, dopo la diffusione nel Nord America (Stati Uniti e Canada) con la prima generazione di asiatici-americani, negli ultimi anni si va affermando anche in Europa. In Italia una catena ne ha fatto la propria mission aziendale a partire dal 2017, quando a Milano ha aperto il suo primo punto vendita in via Orefici. Parliamo di Frankly, startup in fase di crescita, che oggi conta sette negozi (quattro Milano e gli altri a Torino, Bologna e Bergamo), 55 dipendenti, oltre un milione di drink serviti ogni anno e una crescita in termini di locali aperti del 75% nell’annus horribilis della pandemia.

Incoraggianti le prospettive anche a livello di fatturato con un 2020 che si chiude a 1,4 milioni di euro e una previsione per il 2021 a 3 milioni. A livello di punti vendita, sono quattro le aperture in cantiere con uno sviluppo del canale online per la consegna a domicilio di kit box e l’obiettivo di puntare sull’Europa a partire dal 2023. Del resto, le prospettive di mercato per il “tè con le bolle” sembrano dare ragione a Frankly: piace ai più giovani, ma sta iniziando a incuriosire anche i millennials, al punto che il mercato globale vale già 2,2 miliardi di dollari e prospetta di raggiungere i 3,5 entro il 2026, proprio grazie al boom europeo.

“Quando abbiamo iniziato nel 2017, entravano nei nostri negozi quasi esclusivamente under 25, ma negli ultimi anni iniziamo a vedere anche over 30, incuriositi dall’aumento della notorietà del prodotto – raccontano Franco Borgonovo e Lati Ting, fondatori di Frankly – Il bubble tea si è portato dietro per alcuni anni ‘lo stigma’ di bevanda iper zuccherata, ma questo non è necessariamente vero: dipende tutto dalla qualità degli ingredienti e dalla preparazione. Noi, ad esempio, scegliamo solo materie prime naturali (in sostanza, bandiamo bustine o aromi artificiali) e permettiamo una completa personalizzazione del drink, che può anche essere completamente sugar-free. Insomma, quasi sempre i nostri drink sono meno calorici di un gelato”. Nato, infatti, come drink a base di tè (nero, verde o oolong), da servire caldo o freddo, con l’aggiunta di latte o sciroppo alla frutta, può prevedere diversi topping, dalle perle di tapioca alle caratteristiche popping bobas (delle piccole palline alla frutta), dai semi di chia fino all’aloe vera, i marshmallows o addirittura il budino, a seconda delle preferenze più o meno healthy.

All’origine di questa idea imprenditoriale la storia dei due fondatori che corre tra l’Asia, il Canada e l’Italia: “L’idea – spiega Franco Borgonovo, ripercorrendo le tappe che hanno portato lui e la compagna a far nascere Frankly – è nata da un’esigenza di Lati: aveva imparato a bere il bubble tea in Canada, e non trovava in Italia nessun punto di riferimento in cui trovare un prodotto di qualità alta e affidabile. Così ci siamo detti: perché non creare noi lo Starbucks del bubble tea? Così è nata Frankly. E anche oggi, ci piace conservare questo spirito di internazionalità, inclusione e apertura verso il mondo: nel nostro team lavorano persone da oltre 10 nazionalità diverse e si parla l’inglese come prima lingua corrente”.