Biodinamico, al via sfida Molise: modello per l’Italia

Progetto MoliseFood, tecniche non riconducibili a scienziato tedesco Rudolf Steiner

GEN 29, 2021 -

Roma, 29 gen. (askanews) – Un biodinamico, dalla A alla Z, che parli 100% italiano e si rifaccia a tradizioni e metodi di produzione della penisola da combinare con altre modalità più ancestrali. Modalità che escludano o limitino l’uso di sostanze chimiche, con l’obiettivo di ritrovare la giusta armonia tra uomo e ambiente e diventare produzione autenticamente made in Italy e non nata su teorie e pratiche derivanti da influenze straniere. È questa la sfida, con la missione di fare anche da apripista in Italia nella direzione di una biodinamica più autoctona, che lancia la “Fondazione Quid Novi”, madre del progetto enogastronomico Molisefood, con il fine di creare un soggetto volto a regolamentare e convogliare produttori biologici che utilizzino non tecniche di biodinamica generale, riconducibili nel particolare al filosofo e scienziato tedesco Rudolf Steiner e alla disciplina da lui fondata negli anni Venti e basata sull’interconnessione tra terreno e cielo per accrescere la fertilità della terra e migliorare il suolo per produrre piante e alimenti sani.

Fondazione Quid Novi e MoliseFood, sulla base della realtà complessiva del biologico molisano, intendono quindi, nella speranza di essere modello per il Paese e di poter fare da traino al resto d’Italia, riportare alla luce il valore del territorio molisano non eccessivamente antropizzato, ricco di eccellenze e frutto di una tradizione solida che ancora resiste. Numeri alla mano, oggi il biologico del Molise può contare su 11.964 ettari, con una variazione in positivo del 6,7% in relazione al rapporto 2018-2019 dell’ultimo report dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) e del Sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica (Sinab). (Segue)