La Galleria Borghese annuncia il programma espositivo 2021

Due appuntamenti principali tra primavera e autunno

GEN 25, 2021 -

Roma, 25 gen. (askanews) – La Galleria Borghese annuncia il programma espositivo 2021. “In un’ottica costruttiva sono stati confermati gli accordi e i progetti su cui il Museo era impegnato – afferma la direttrice Francesca Cappelletti – come la programmazione sul contemporaneo avviata dalla precedente direzione, che in primavera presenta la grande mostra di Damien Hirst, ideata per le nostre sale espositive e orientata sul tema del collezionismo. Proprio dalla nostra collezione permanente, che per importanza ha una dimensione internazionale, hanno origine le nuove mostre come quella dedicata in autunno al dipinto “Danza campestre” di Guido Reni, appena acquisito dal Museo.”

Il programma espositivo 2021 della Galleria Borghese comprende due appuntamenti principali tra primavera e autunno.

Il primo è dedicato a Damien Hirst, a cura di Anna Coliva e Mario Codognato. Dal 10 maggio al 10 ottobre 2021: un imponente gruppo di opere dalla serie di Hirst Treasures from the Wreck of the Unbelievable saranno esposte in tutte le sale del Museo affiancando i capolavori antichi. Sculture colossali o piccolissime, realizzate in materiali pregiati come il bronzo, il marmo di Carrara o la splendida malachite si inseriranno, insieme ai suoi dipinti Color Space, nel flusso della collezione permanente, in una visione che combina il contemporaneo all’arte del passato, esorta a ripensare i loro statuti e che crea nuovi confini.

Il secondo dedicato a Guido Reni a Roma. Danza e Paesaggio, a cura di Francesca Cappelletti, da novembre 2021 sino a febbraio 2022: una mostra dossier dedicata al dipinto “Danza campestre” di Guido Reni, che ha appena fatto ritorno nella collezione del cardinale Scipione Borghese. Tra le opere presenti nel primo inventario della raccolta, questo paesaggio festoso sarà accostato ad altre pitture della contemporanea produzione dell’artista nell’ambito della committenza Borghese, ma soprattutto ad altre opere di artisti bolognesi, da Annibale Carracci a Domenichino, fondamentali per comprendere l’intensa fase di sperimentazione sul paesaggio come genere pittorico nei primi anni del Seicento.