Bielorussia, dopo scontro con Lukashenko lascia arcivescovo Minsk

Era tornato in patria dopo che gli era stato vietato per mesi

GEN 3, 2021 -

Città del Vaticano, 3 gen. (askanews) – Il Papa ha accettato la rinuncia per raggiunti limiti d’età presentata dall’arcivescovo di Minsk, mons. Tadeusz Kondrusiewicz, che era entrato in polemica con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko dopo le controverse elezioni di agosto.

Il presule ha compiuto 75 anni, età standard di pensionamento, esattamente oggi.

“Il Santo Padre – si legge nel quotidiano bolletino vaticano – ha accettato la rinuncia al governo pastorale, presentata da S.E. mons. Tadeusz Kondrusiewicz, arcivescovo metropolita di Minsk-Mohilev, in conformità al can. 401 §1, CIC e nello stesso tempo ha nominato amministratore apostolico sede vacante di detta sede metropolitana S.E. mons. Kazimierz Wielikosielec, O.P., vescovo titolare di Blanda ed ausiliare della Diocesi di Pinsk”.

Al momento della rielezione, che ha innescato imponenti proteste di piazza, nonché le proteste di Ue e Usa, con l’accusa di brogli, e mentre il patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, si congratulava con Lukashenko, insieme al metropolita ortodosso di Minsk (di nazionalità russa) Pavel, il presidente della Conferenza episcopale di Bielorussia, mons. Tadeusz Kondrusiewicz, di origini polacche, ha lanciato un appello al dialogo tra governo e manifestanti. “Mi rivolgo a tutte le parti in conflitto, con l’appello di interrompere ogni azione violenta”, disse la scorsa estate l’arcivescovo di Minsk. “Che le vostre mani, create per il lavoro pacifico e la concordia fraterna, non si levino con le armi, né le pietre. Che al posto della forza delle armi regni la forza degli argomenti fondati sul dialogo nella verità e sull’amore reciproco”, proseguì, proponendo di “convocare immediatamente uno speciale tavolo di confronto e dialogo per decidere il futuro della nostra Patria attorno ad esso e non dietro le barricate”. Kondusiewicz ha anche incontrato il ministro dell’Interno Yuri Karaev lamentando le difficoltà per i sacerdoti di incontrare i detenuti, ha pregato di fronte a un carcere, ha protestato contro la polizia che ha chiuso le porte di una chiesa ai manifestanti in fuga. E di ritorno da un breve viaggio in Polonia, a fine agosto, gli agenti di frontiera gli hanno impedito di rientrare in Bielorussia. Da allora, il primate della Chiesa cattolica bielorussia si trovava in esilio fuori dal suo paese. Lo scorso ottobre Kondrusiewicz si è recato a Roma dove è stato ricevuto dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e dal Segretario per i Rapporti con gli Stati, ossia il ministro degli esteri della Santa Sede, mons. Paul Richard Gallagher.

Dallo scorso 21 maggio – dunque prima delle contestate elezioni – il nunzio apostolico in Bielorussia è l’arcivescovo croato Ante Jozic, che il 3 novembre scorso ha presentato le lettere credenziali al presidente Aleksandr Lukashenko. “Contiamo sul consolidamento e sul ruolo costruttivo della Chiesa cattolica nella società bielorussa”, disse in quell’occasione il capo dello Stato bielorusso.

Il 17 dicembre, a valle di una lunga serie di violazione dei diritti umani e di repressione delle proteste e detenzione dei manifestanti, riportate dalla stampa internazionale, il Papa ha inviato ad esporre la propria “sollecitudine” e le proprie “preoccupazioni” mons. Claudio Gugerotti, “già Nunzio in Bielorussia, in qualità di Inviato Speciale”. La scelta, diplomaticamente avveduta, è quella di non esporre il nunzio in carica, che a Minsk poi rimarrà e dovrà gestire i non facili rapporti con le autorità di governo nell’interesse della comunità cattolica locale, ma un diplomatico di grande esperienza, che, pur conoscendo bene la situazione del paese, essendo stato il rappresentante pontificio in Bielorussia dal 2011 al 2015, non riveste più alcun ruolo nel paese, ed ha pertanto una maggiore libertà di azione per esporre a Lukashenko le rimostranze della Sede apostolica.

Vatican News ricorda che lo scorso 22 dicembre il nunzio apostolico in Belarus Ante Jozic aveva annunciato “di aver ricevuto dagli organi statali competenti”, l’informazione che l’arcivescovo di Minsk “non ha più ostacoli per rientrare nel territorio della Repubblica di Belarus”. Kondrusiewicz aveva così potuto tornare in diocesi e celebrare il Natale con i fedeli. Oggi il pensionamento.