Roma, 6 arresti per droga tra cui i fratelli dell’omicidio Willy

La banda spacciava ai Castelli anche con metodi violenti

DIC 9, 2020 -

Roma, 9 dic. (askanews) – Con l’accusa, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e tentata estorsione, nei pressi di Roma i carabinieri del Comando Provinciale hanno arrestato 6 persone: tra loro anche i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, già detenuti in carcere per l’omicidio di Willy Duarte Montero, avvenuto a Colleferro lo scorso 6 settembre.

Il provvedimento – emesso dal GIP presso il Tribunale di Velletri, su richiesta della locale Procura – conclude un’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Velletri su un gruppo che spacciava droga nell’area ai Castelli Romani, in zona Velletri, Lariano, Artena e Comuni limitrofi.

I militari hanno acquisito elementi probatori sui ruoli ricoperti dai componenti della banda e ricostruito il loro modus operandi, appurando che gli indagati ricorrevano abitualmente ad azioni violente e minacce per intimorire gli assuntori insolventi e obbligarli a pagare i compensi pattuiti per l’acquisto dello stupefacente.

Gli accertamenti eseguiti dagli investigatori hanno permesso di acquisire elementi probatori sui vari ruoli ricoperti dagli arrestati nell’attività illecita, dimostrando che proprio i fratelli Bianchi svolgevano una vera e propria opera di coordinamento dell’attività di spaccio, impartendo precise indicazioni ai vari complici.

Inoltre, sia gli spacciatori che gli acquirenti ricorrevano ad un linguaggio criptico concordato, in cui lo stupefacente veniva chiamato in modi variegati (“… Caffè … Magliette … aperitivo … chiavi … il CD di Gomorra …”); le consegne venivano eseguite con metodo “itinerante”, concordando, cioè, di volta in volta, luoghi, orari e modalità sempre differenti. Il circuito era ben collaudato, a tal punto che, nonostante il “lockdown”, le consegne avvenivano ugualmente, sfruttando le poche occasioni in cui erano consentiti gli spostamenti sul territorio.

Il giro di affari assicurato dall’attività illecita era importante: gli arrestati, non a caso, utilizzavano auto di grosse cilindrata, abiti griffati e orologi di valore, documentando ogni serata trascorsa nelle più importanti piazze della “movida” della zona dei Castelli Romani” con foto e video pubblicati sui social.

Inoltre, è stato anche ricostruito il modus operandi del gruppo, appurando, altresì, che gli indagati ricorrevano abitualmente ad azioni violente e minacce per intimorire gli assuntori insolventi e obbligarli a pagare i compensi pattuiti per l’acquisto dello stupefacente. Le regole erano ben chiare tra i vari acquirenti: tutti sapevano che bisognava pagare nei tempi e nei modi stabiliti e tutti erano consapevoli che, in caso contrario, potevano subire una vera e propria “spedizione punitiva” che, oltre alle minacce, poteva comportare violente aggressioni fisiche. Il timore e l’intimidazione erano ben diffusi in quel contesto, anche perché alcuni degli appartenenti al gruppo erano esperti nell’uso di arti marziali, che avevano partecipato, con buoni risultati, anche a competizioni nazionali.