“Morti per COVID-19 in 2 mesi quanto i deceduti in incidenti stradali in 4 anni”

Secondo Davide Manca, professore del Politecnico di Milano

NOV 23, 2020 -

Milano, 23 nov. (askanews) – A meno di improbabili sorprese, il numero di decessi per Covid in Italia supererà oggi quota cinquantamila. Una cifra raggiunta, dopo una sostanziale stabilità attorno ai 35mila morti durata tutta l’estate (dal 1 luglio al 22 settembre si è passati da 34.788 decessi a 35.738), in soli 60 giorni: dal 22 settembre a ieri sono stati oltre 14mila i morti per Covid-19. Per avere un termine paragone, il numero dei morti di questi due mesi equivale quasi al totale dei morti per incidenti stradali in Italia degli ultimi 4 anni; è di 50 volte superiore alle vittime del terrorismo in Italia dal 1978 ad oggi; si avvicina, come cifra complessiva dall’inizio del contagio, al numero di soldati Usa morti nella guerra in Vietnam (58mila).

Come nella prima fase della pandemia, l’interrogativo è su quando la curva dei contagi e dei decessi raggiungerà il massimo, per poi cominciare la discesa. Per alcuni esperti il declino sarà più lento dell’incremento di queste ultime settimane. Secondo Davide Manca, professore di Sistemi di Processo del Politecnico di Milano e autore del “Bollettino di analisi dati e dinamica evolutiva Covid-19 – Seconda ondata”, in Lombardia l’andamento dei posti letto occupati in terapia intensiva e in generale in ospedale sembra aver raggiunto il punto massimo ieri.

L’accademico, che per questo calcolo utilizza il metodo statistico Emg, stima che il raggiungimento del massimo si registrerà in una data tra il 22 e il 25 novembre. La discesa però sarà lenta, ma solo all’inizio. “Il sistema permarrà intorno a tali valori per alcuni giorni per poi iniziare lentamente a scendere con un aumento progressivo della velocità col passare del tempo”. A patto però che continui “il rispetto e mantenimento delle condizioni attuali di controllo della pandemia secondo le misure riportate nell’ultimo DPCM”.

Per quanto riguarda i decessi, il valore “resta decisamente alto e in linea con la previsione dei modelli”. Il professor Manca sottolinea che le morti per Covid “sono caratterizzate da un naturale tempo di ritardo rispetto alle ospedalizzazioni e dipendono dalla velocità di crescita dei contagi e dalle ospedalizzazioni avvenute due/tre settimane prima. Ci troviamo – spiega – in una fase di crescita pressoché lineare della curva dei decessi e tale andamento sarà mantenuto per un significativo numero di giorni prima di osservare un rallentamento apprezzabile. Il modello di Gompertz – prosegue – è molto affidabile nella descrizione dell’evoluzione dei decessi e stima il raggiungimento del massimo incremento giornaliero per il 28 Novembre in Lombardia e per il 10 Dicembre in Italia. Dopo tali date l’incremento giornaliero dei decessi inizierà progressivamente a ridursi sempreché nuovi disturbi non interferiscano col contenimento della dinamica pandemica indotti ad esempio da eccessivi rilassamenti delle misure di contenimento riportate nel presente DPCM”.

Analoghe le proiezioni dell’Institute for Health Metric and Evaluation statunitense, secondo cui il picco dei decessi verrà raggiunto in Italia il 9 dicembre, mentre quello dei contagi sarebbe stato raggiunto ieri, 22 novembre. Colpisce la previsione complessiva a due mesi: il numero totale risentirà della lentezza del calo della curva dei decessi, per cui la stima di decessi totali al 1 marzo è più del doppio dell’attuale cifra: 106.251.

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