Economy of Francesco, la carica dei giovani imprenditori italiani

I protagonisti dell'incontro voluto dal Papa si raccontano

NOV 20, 2020 -

Città del Vaticano, 20 nov. (askanews) – Concretezza e capacità di sognare, capacità di mettere le mani nei bilanci e cuore aperto, dimatiche produttive e commerciali senza dimenticare gli ultimi. E’ questo incrocio che sta prendendo forma nella tre giori voluta da Papa Francesco che vede economisti, studenti, operatori sociali di 40 paesi diversi coinvolti da giovedì a sabato nella iniziativa chiamata The Economy of Francesco.

L’appuntamento doveva vedere tutti radunati ad Assisi per tre giorni, il coronavirus ha cambiato i piani. Non è per forza un male. Come ha notato con Vatican News l’economista Luigino Bruni, uno dei promotori dell’evento, ‘paradossalmente la pandemia e il conseguente lock-down, che hanno scombussolato i piani di tutto il mondo, hanno avuto come effetto collaterale la nascita di un qualcosa che è già partito da tempo. In questi nove mesi, infatti, non siamo stati fermi: si sono svolti decine e decine, direi centinaia, di incontri in tutto il mondo. I giovani hanno lavorato con noi, hanno fatto proposte, hanno scritto, si sono dati da fare. Quindi, se fino al mese di marzo questi giovani erano solo dei nomi che avevano compilato la domanda di partecipazione, ora sono volti, sono storie’.

Ma, appunto, chi sono questi giovani under 35 che (alcuni) sono andati comunque ad Assisi e (molti) si sno collegati in streaming? E, in particolare, chi sono i 130 giovani imprenditori italiani che da nord a sud, impegnati nei settori più disparati, hanno accettato la sfida. Askanews ha chiesto ad alcuni di loro di raccontarsi, spiegare come sono arrivati a The Economy of Francesco, raccontare le loro attese per una economia che – la pandemia lo ha mostrato con ancora più evidenza – potrebbe essere più umana?

Francesca Morandi, 33 anni, proviene da una famiglia bresciana attiva nel settore siderurgico: il papà ha creato nel 1973 la Morandi spa e nel 2000 ha dato vita a Siderweb, un portale di informazione specializzato che con gli anni ha dato vita anche alla fiera biennale Made in steel. Laureata in Economia, attiva in Confindustria, nelle Acli, vicina al movimento dei focolari, Morandi era in viaggio di nozze quando ha ricevuto una chiamata che la invitava a partecipare a Economy of Francesco, e non ha esitato. ‘Come Acli di Brescia abbiamo messo in piedi un piccolo gruppo di 20 ragazzi, Towards the Economy of Francesco, ci siamo messi intorno a un tavolo ed abbiamo organizzato un incontro, avvenuto il 20 febbraio, al quale hanno partecipato imprenditori, assessori, politici, volontari, una sorta di villaggio tematico con vari tavoli per individuare soluzioni pratiche per i problemi di Brescia’, racconta la giovane imprenditrice, che sottolinea come ‘questa chiamata di papa Francesco ha innescato una serie di piccole innovazioni locali’. Guardando al futuro, Francesca Morandi ritiene che concluso l’appuntamento di Assisi ‘si tenga vivo questo dialogo, questa politica dell’imprenditore che esce dalla fabbrica, dell’assessore che esce dal comune, perché questo non deve essere un evento annuale ma il nuovo modo di essere cittadini’.

Alessandro Corina ha 32 anni, è di Grosseto, si occupa di design di interni (alessandrocorina.com), è ‘marito di Ilaria e babbo di Valentino’, ci tiene a dire. ‘Fino a 20 anni volevo fare il calciatore: ho fatto cinque panchine in serie B. Poi il capodanno del 2007 ho avuto un incidente, una persona è morta, io ho avuto il femore rotto. Il calcio ormai non era più la mia strada, mi hanno scaricato, e mi sono dovuto reinventare. Ho sperimentato in quel momento il valore della vita e della fede. Mi sono laureato in design al alla Libera università delle Belle arti di Firenze e nel 2014, dopo tre quattro mesi a Londra, ho deciso di tornare in Italia e rimanere nella mia città. A Grosseto ho creato Home studio, un progetto di rigenerazione urbana, un luogo dove le persone si devono sentire al centro. E poi ho preso parte al progetto Policoro, promosso dalla diocesi. Abbiamo aiutato ad aprire tre attività imprenditoriali, sono entrato in contatto con quello che significa economia civile, con personalità quali Luigino Bruni, Stefano Zamagni, Leonardo Becchetti’. Da lì all’Economy of Francesco il passo è stato breve. ‘Io ho sempre visto Papa Francesco come un rivoluzionario che rompe gli schemi per creare soffi di novità’, commenta gioviale Alessandro Corina, che riassume la sua visione in un motto: ‘L’umanità ha bisogno di creatività come la creatività ha bisogno di umanità’.

E’ focalizzata sulla condizione femminile nel mondo del lavoro Anna Fiscale, 32enne veronese che sette anni fa ha fondato un’azienda che si chiama Quid. ‘E’ un’impresa sociale che crea capi di abbigliamento e accessori a partire da tessuti di eccedenza delle aziende del lusso’. La motivazione sociale e quella ambientale si sommano: Quid vende prodotti in 10 negozi diretti, un centinaio di rivenditori e la partnership con giganti come Zalando, Calzedonia, Unilever. ‘Facciamo lavorare persone con fragilità, in particolare donne: persone con invalidità, donne vittima di violenza, persone che escono dalla tratta, richiedenti asilo, ex detenuti ed ex detenute’. Anna Fiscale da bambina ha fatto parte degli scout, ha poi frequentato il mondo francescano di Assisi, e da giovane imprenditrice ha incrociato il mondo dell’economia civile. Coinvolta nella preparazione di Economy of Francesco, è entrata nel gruppo di lavoro Women for economy. L’appuntamento di Assisi, rinviato e poi passato online a causa della pandemia, non permette, come inizialmente previsto, di fare tavoli di lavoro, ma il progetto rimane in piedi: ‘Uno degli obiettivi di questo evento è fare proposte al Papa e da lì crediamo che possa concretizzarsi qualcosa che può incidere nella realtà economica’.

All’Economy of Francesco Gregorio Pellegrino, editore piemontese di 30 anni, è arrivato tramite il mondo che ruota attorno al movimento dei focolari. ‘Da giovane sono stato invitato in una summer school a Loppiano (la cittadella dei focolarini, ndr.) e ho scoperto il concetto di economia di comunione, con il professor Luigino Bruni, un nuovo modo di fare impresa, che non è orientato al profitto ma concepisce il profitto per aiutare le persone che ci sono intorno’. Un esempio concreto: Pellegrino gestisce l’azienda di famiglia, la casa editrice Effatà, e quando ha dovuto scegliere come proseguire la collaborazione con una signora che era giunta in azienda tramite l’ufficio di collocamento ha preferito assumerla a tempo indeterminato. Più in generale, ‘una cosa che anima gli imprenditori di questa economia di Francesco è il fatto di vedere il proprio fare impresa non come una idea personale, ma come una missione, una vocazione’. Particolarmente attuale in un frangente come quello creato dalla pandemia: ‘Può essere una grande opportunità per ripartire con un approccio diverso dell’economia, abbiamo visto tutti i limiti dell’economia mainstream’, spiega Pellegrino, che con l’Associazione Italiana Imprenditori per un’Economia di Comunione (Aipec) sta lavorando a una proposta sul revocery fund: ‘Sarebbe bello che venisse usato per stimolare questo nuovo approccio all’economia. Questi 200 miliardi che arriveranno in Italia possono essere un buono stimolo, se usati bene, per cambiare il modo di fare impresa’. Un esempio concreto, ‘migliorare il passaggio di know how dall’azienda alle persone del territorio che ne hanno bisogno’. L’economia di Francesco, così, entrerebbe nel concreto di scelte operative.

La concretezza, ma anche la capacità di sognare, non mancano a Noemi Barrera, 32 anni, un dottorato in fisica matematica, tanti anni di ricerca all’estero (Francia, Israele), ora è tornata nella sua città, Modica, in Sicilia, dove lavora in una start-up di efficienza energetica. E a un certo punto è entrata in contatto con la Casa don Puglisi, ‘una casa famiglia per donne con difficoltà, che possono andare lì con i bambini, e fanno un percorso di ripartenza fino a reinserirsi’. Barrera ha fatto lì il dopo-scuola per i bambini, ed è entrata in contatto con la cooperativa che sorge accanto alla casa famiglia, sempre dedicata al prete anti-mafia don Pino Puglisi, fino a entrare nel consiglio di amministrazione: ‘E’ una cooperativa nata per far lavorare le donne della casa, insegnare lavori per potersi reinserire. E’ nata facendo la nota cioccolata di Modica, adesso facciamo dolci e rustici della tradizioni, arancine e scacce’. I prodotti vengono venduti tra l’altro in un punto vendita in città, insieme a prodotti di altre cooperative come Libera, e nonostante le difficoltà della pandemia va avanti. ‘Tutta la cooperativa si cerca di gestirla seguendo i principi di ecosostenibilità, rispetto particolare per le persone che vi lavorano, principi etici’. La cooperativa è in contatto con economisti come Beatrice Cerrino, Leonardo Becchetti, e quando è nata l’iniziativa dell’Economia di Francesco Noemi Barrera è stata coinvolta. Il suo sguardo sull’evento è fiducioso, anche per quel che sarà dopo la fine dell’incontro di Assisi: ‘Innanzitutto venire qui dà speranza, la speranza di vedere così tante persone che fanno cose belle ridona una prospettiva e un po’ di fiducia per potere andare avanti’, spiega, ‘e poi sono nati molti contatti con persone che si sono trovati dinanzi alle stesse sfide e con gli stessi interessi: abbiamo subito legato, è stato molto intenso, credo che rimarrà’.