Recovery fund, appello di tutti i vescovi Ue a un accordo

Per la prima volta una nota congiunta, anche Polonia e Ungheria

NOV 18, 2020 -

Roma, 18 nov. (askanews) – I presidenti delle conferenze episcopali dei paesi membri dell’Unione europea hanno diramanto per la prima volta un comunicato congiunto per fare appello, tra l’altro, all’accordo tra Paramento europeo e Consiglio sul “recovery fund” e sul bilancio rafforzato Ue 2021-2027.

Il documento, diramato dalla Commissione delle conferenze episcopali della comunità europea (Comece), porta la firma di tutti i presidenti (Svezia e Finlandia firmano insieme alla Danimarca perché associati nella conferenza episcopale scandinava), compresa la Polonia (Stanislaw Gadecki) e l’Ungheria (András Veres, Vescovo di Gyor), due paesi che hanno recentemente posto il veto alle discussioni sulle prospettive finanziarie europee.

“La pandemia che ci ha afflitto in questi ultimi mesi ha scosso molte delle nostre sicurezze, e ha rivelato la nostra vulnerabilità e la nostra interdipendenza”, scrivono i vescovi. “Gli anziani e i poveri in tutto il mondo hanno sofferto il peggio. A questa crisi che ci ha sorpresi e colti impreparati, i paesi europei hanno reagito inizialmente con paura, chiudendo i confini interni e le frontiere esterne, alcuni anche rifiutando di condividere tra i Paesi le forniture mediche di cui c’era più bisogno. Molti di noi erano preoccupati che persino la stessa Unione Europea, in quanto progetto economico, politico, sociale e culturale, fosse a rischio. Ci siamo resi conto allora, come ha detto Papa Francesco, di essere nella stessa barca e di poterci salvare solo restando insieme. Con rinnovata determinazione l’Unione Europea ha cominciato a rispondere in modo unitario a questa drammatica situazione. Ha dimostrato la sua capacità di riscoprire lo spirito dei Padri Fondatori. Ci auguriamo che lo strumento per la ripresa dal COVID-19 e il bilancio rafforzato dell’Unione Europea per il 2021-2027, concordati nell’incontro del Consiglio Europeo di luglio, e attualmente negoziati tra il Parlamento Europeo e il Consiglio, possano riflettere questo spirito”.